Rinviare l’aggiornamento degli studi di settore in revisione quest’anno alla primavera del 2010 per avere maggiori elementi di valutazione sulla crisi economica. E’ questa la richiesta degli artigiani e dei piccoli imprenditori al Ministro Tremonti, che entro il prossimo 30 settembre dovrebbe emanare l’apposito decreto. “E’ una richiesta legittima e motivata – spiega Luigi Curto, Presidente dell’Unione Artigiani e Piccola Industria – condivisa da tutte le organizzazioni dell’artigianato e anche dagli Ordini professionali, che è già stata presentata al Comitato di esperti del Ministero del quale fanno parte i rappresentanti del Dipartimento delle Finanze, dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, chiamati a mettere mano alla revisione di ben 69 studi di settore.”Alla base della richiesta c’è la considerazione che la crisi continua a far sentire i suoi effetti e al momento è difficile aggiornare in maniera puntuale e corretta gli studi di settore. “Perché svolgano la loro funzione – dice Curto – è essenziale che gli studi consentano al maggior numero possibile di contribuenti di riconoscersi nei risultati. Se così non avverrà, migliaia di piccole e piccolissime aziende saranno costrette a dichiarare la non conformità e lo Stato si troverà a gestire una valanga di contenziosi.”Tra gli studi in revisione, uno dei più importanti riguarda l’edilizia per il quale per la prima volta si sperimenta la regionalizzazione, ovvero il varo di 21 studi diversi che tengano conto non solo delle condizioni del settore ma anche dell’economia locale. E per far questo bisogna che siano coinvolti gli Osservatori regionali, cosa che, al momento, non è ancora avvenuta. “Con i dati di cui oggi il Ministro Tremonti dispone – conclude il Presidente dell’UAPI – l’aggiornamento sarebbe solo un atto imposto e non meditato e ponderato. Per sapere come è andata realmente e come sta andando veramente, bisogna, infatti, aspettare almeno le dichiarazioni del 2008 fatte in sede di Unico 2009 e le comunicazioni Iva di fine febbraio 2010 relative all’anno 2009. Noi vogliamo sperare che il Ministro accolga il nostro invito, perché un decreto emesso adesso non potrebbe mai cogliere gli effetti reali della congiuntura economica e i correttivi che introdurrebbe diventerebbero in un colpo mortale per migliaia di piccoli imprenditori.”