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mercoledì, Dicembre 6, 2023
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Il più alto grado di fiducia? Secondo l’Osservatorio Ispo-Confartigianato va alla piccole imprese. Ultime le banche. Resta altissima la preoccupazione per il lavoro

Da un sondaggio condotto da Ispo per conto di Confartigianato si scopre che, nonostante le difficoltà vissute dalle piccole imprese, gli italiani è a loro che assegnano il più alto grado di fiducia (65%). Seguono le imprese più grandi (54%) e l’Unione Europea (51%), mentre all’ultimo posto relegano le banche (16%). “E’ un gran bel segnale – dice Walter Capraro, Direttore dell’Unione Artigiani e Piccola Industria – perché significa che i cittadini stanno rivalutando la dimensione umana del “fare impresa” e capiscono che alcune battaglie, come ad esempio quella sul Made in Italy, sono fatte nell’interesse generale e dei territori.”I risultati del sondaggio premiano anche alcune scelte di fondo che le organizzazioni dell’artigianato hanno fatto nel corso di questa crisi. Per gli italiani, ad esempio, è il fronte occupazionale a restare il primo versante su cui operare per uscire dalla crisi: il 92% sostiene, infatti, che se non si farà qualcosa a difesa del lavoro sarà impossibile superare la congiuntura negativa. “Da subito – sottolinea Capraro – abbiamo detto che i problemi maggiori sarebbero stati il lavoro e il credito e non abbiamo mai sminuito, nel corso di questi mesi, la gravità della situazione occupazionale. L’aver puntato fin dall’autunno scorso sugli ammortizzatori sociali, compreso lo spostamento di tutte le risorse disponibili dell’Ente Bilaterale Veneto sul fondo sospensioni, è stata un’operazione intelligente. Ed è per questo che, oggi, siamo fortemente preoccupati per l’esaurimento delle risorse a disposizione del Veneto.”La situazione di crisi impone, comunque, ancora tanta prudenza: oltre la metà dei connazionali nei prossimi mesi farà più attenzione del solito all’andamento dei propri risparmi. Ma per molti la situazione sarà più grave: quasi un italiano su tre intaccherà i propri risparmi e il 41% farà più fatica a mettere soldi da parte. “La disponibilità finanziaria è una questione centrale sia per i privati, che per le imprese – dice il Direttore dell’UAPI – tant’è che un sostanzioso 46% degli intervistati denuncia tuttora difficoltà ad ottenere prestiti e finanziamenti. Va detto che, grazie anche alla Tremonti ter, un passo avanti lo abbiamo fatto, proprio in questi giorni, con gli accordi siglati con Unicredit Group e con Intesa San Paolo, sia sul fronte della moratoria su mutui e leasing, sia nell’allungamento delle scadenze per sostenere le esigenze di cassa. Ma i miglioramenti più significativi si dovrebbero registrare sulle operazioni bancarie che puntano alla ristrutturazione del debito e al rafforzamento del patrimonio delle piccole imprese.”Ma sul fronte bancario l’Unione Artigiani e Piccola Industria ha anche deciso che non basta accordarsi con i grandi gruppi bancari e che bisogna fare qualcosa anche a livello locale. “A differenza di altri – conclude Capraro – noi non chiediamo una moratoria degli accordi di Basilea, che ci riporterebbe all’epoca in cui a contare erano solo i rapporti personali tra banca e imprenditore. Noi vorremmo che, anche a Belluno, si realizzasse quello che Draghi ha auspicato nell’ultima assemblea dell’ABI, ossia una maggiore vicinanza territoriale tra chi presta danaro e chi lo investe. Per questo stiamo sostenendo attivamente il Comitato promotore della Banca di Credito Cooperativo di Belluno e Feltre, che ci pare possa rappresentare una novità positiva per il nostro sistema economico.”

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