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ICT, Tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Comparto in crescita, ma Belluno perde il 6,5%

Negli ultimi dieci anni le aziende ICT in Veneto crescono di 1.400 unità (+11,5%), Belluno in contrazione -20 (-6,5%), Treviso che ne guadagna +286 (+13,7%). Lombardia traina l’Italia +17,9%, poco meglio del Veneto l’Emilia-Romagna +14,4%

Mario Pozza

Treviso, 23 settembre 2023 – “Pongo lo sguardo sul mondo ICT Veneto e sono compiaciuto nel vederlo così corposo e in crescita (+11,5% sui 10 anni)”.

E’ quanto afferma Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno.

“Il report predisposto dall’ ufficio studi della Camera di Commercio evidenzia numeri importanti: nella nostra regione si contano 13.500 fra imprese e filiali (localizzazioni) cui fanno riferimento oltre 49.000 addetti. Di queste localizzazioni imprese, 2.400 operano a Treviso con circa 9.000 addetti, mentre quasi 300 operano a Belluno con circa 700 addetti.
Il report mette a confronto le dinamiche del comparto ICT Veneto con quello delle regioni contermini della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, il cui tessuto produttivo (al netto di Milano) può essere considerato simile.

Al riguardo – continua Pozza – conforta constatare come la produzione software, attività che polarizza il maggior numero di imprese e addetti del comparto (oltre il 40% delle localizzazioni e intorno al 50% degli addetti), veda crescere il Veneto e Treviso, sui 10 anni, con percentuali tra il 35 e il 38%: valori in linea con Lombardia ed Emilia-Romagna. I dati di Belluno, invece, – precisa Pozza – risultano meno allineati a questo trend: nei 10 anni il numero di imprese dedite alla produzione di software restano sostanzialmente stabili
(-1,9%), con una flessione più acuta tra il 2013 e il 2018 (da 104 a 91) e un recupero negli ultimi 5 anni (da 91 a 102).

Dovremmo lavorare attorno a questi dati – commenta Pozza – digitalizzazione ed aree interne possono innestare circoli virtuosi di sviluppo.
L’elaborazione dei dati e i portali web rappresentano il secondo settore per rilevanza nel comparto ICT dove il Veneto si distingue rispetto agli altri territori per una maggiore incidenza degli addetti sul totale del comparto ICT, che è del 26% rispetto al 23% dell’Emilia-Romagna e al 15% in Lombardia. Quali possono essere i motivi di questa differenza? Probabilmente un diverso modo di declinazione dell’ICT nei territori, in Veneto ed Emilia più focalizzata su attività di servizio, di hosting di dati, di cloud computing a supporto trasversale del sistema produttivo. Fatta questa precisazione – fa notare Pozza – c’è una diversa dinamica di crescita del numero di imprese fra Emilia-Romagna e Veneto, che peraltro partono da una base quasi comune: circa 4.500 localizzazioni nella prima, circa 4.700 nella seconda. Nei 10 anni l’Emilia-Romagna vede crescere il numero delle localizzazioni del +22% (+818), mentre nello stesso periodo il Veneto cresce di appena il +4,6% (+208 localizzazioni).

Il Veneto deve pensare ad una nuova svolta digitale pervasiva, accompagnata e rivolta con più dinamicità verso la digitalizzazione di tutti i comparti – puntualizza il Presidente Pozza-Continuiamo a soffrire un confronto con L’Emilia Romagna le cui scelte strategiche si dimostrano vincenti.
Dai dati registriamo un vantaggio competitivo dell’Emilia Romagna anche nella dimensione aziendale media maggiore. Considerato, infatti, tutto il comparto ICT, in Emilia-Romagna si contano 4,1 addetti per azienda, contro i 3,6 addetti per azienda del Veneto. Dato che si conferma anche in due dei tre settori più rilevanti: il manifatturiero ICT in Emilia-Romagna occupa in media 6,6 addetti contro i 5,8 del Veneto; differenze simili anche per la produzione di software che conta in media 5,1 addetti in Emilia-Romagna contro i 4,1 nel Veneto.
Nel settore dell’elaborazione dei dati entrambe le regioni occupano in media 2,7 addetti per impresa.

Cambiare strategia e puntare sulla digitalizzazione è di assoluta necessità, non solo per la transizione digitale, ma anche per allineare i territori fragili o ancora disconnessi per esempio le zone montane, a concorrere a rendere più competitivo il Veneto. Sicuramente questo processo deve essere accompagnato e sostenuto da un’architettura che richiede visione, progettualità e finanziamenti. La Camera di Commercio mette a disposizione la formazione sulla cybersecurity, i percorsi di transizione digitale con eccellenze in digitale, il fare nuova impresa digitale, gli sportelli Punto Impresa Digitale, ma serve una strategia digitale d’insieme.

Concludo ribadendo – sottolinea Pozza – la rilevanza del cluster e il ruolo dell’ICT in grado di accompagnare l’intero sistema economico verso le sfide della digitalizzazione. Le imprese di questo settore non possono che spronarci a colmare alcuni gap. Sicuramente la Camera di Commercio è rivolta a favorire la creazione di sinergie tra imprese e istituzioni accademiche auspicando l’ingresso di nuovi investimenti”.

Il campo d’osservazione
Le aziende ICT, acronimo che sta per Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, costituiscono la spina dorsale della nostra società moderna. Queste imprese svolgono un ruolo cruciale nell’era digitale, poiché sono responsabili per la progettazione, lo sviluppo e la gestione di una vasta gamma di tecnologie e servizi informatici che influenzano praticamente ogni aspetto delle nostre vite.
In questa pillola abbiamo voluto quantificare la consistenza d’imprese operanti nel comparto ICT in Veneto e nelle due province di competenza, Belluno e Treviso. Con il termine Comparto ICT, andremo a considerare le attività economiche incluse nella definizione fornita da Eurostat e OECD.

Nel comparto, fanno parte le seguenti attività (in termini di Ateco alla 3 digit):
• 261-Fabbricazione di componenti elettronici e schede elettroniche;
• 262-Fabbricazione di computer e unità periferiche;
• 263-Fabbricazione di apparecchiature per le telecomunicazioni;
• 264-Fabbricazione di prodotti di elettronica di consumo audio e video;
• 268-Fabbricazione di supporti magnetici e ottici;
• 465-Commercio all’ingrosso di apparecchiature ICT;
• 582-Edizione di software;
• 61-Telecomunicazioni;
• 62-Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse;
• 631-Elaborazione dei dati, hosting e attività connesse; portali web;
• 951-Riparazione di computer e di apparecchiature per le

La consistenza complessiva del comparto in termini di imprese e unità locali
Prendendo in esame i dati della demografia d’impresa, in Italia al 30 giugno 2023 si contano 126.876 imprese attive nell’ambito ICT secondo la perimetrazione sopra illustrata, cui si aggiungono 40.823 filiali dipendenti. La somma è, dunque, di 167.699 localizzazioni dove trovano impiego quasi 670.000 addetti pari al 3.6% del totale addetti in Italia nelle aziende private.
Segmentando il dato per regione e facendo perno sul dato relativo agli addetti, svetta comprensibilmente la regione Lombardia, nella quale si concentra il 28,4% degli occupati nazionali all’ICT. Sono 190.000 addetti che fanno capo a quasi 38.000 imprese e filiali. Evidente il ruolo di Milano, metropoli di dimensione europea in particolare per il suo ecosistema di servizi, spesso considerata la “capitale” dell’ICT in Italia.
Segue il Lazio, altra regione importante nel settore ICT, grazie alla presenza di istituzioni governative e organizzazioni internazionali nella capitale. Conta oltre 30.000 localizzazioni per 116.000 addetti (pari al 17,4% del totale addetti al comparto ICT in Italia).
Dopo il Piemonte, con l’8,2% degli addetti all’ICT, si posizionano quasi pari merito Emilia-Romagna e Veneto, due regioni molto simili per struttura economica, in particolare per il mix di manifatturiero e servizi. L’Emilia-Romagna conta quasi 13.000 localizzazioni nell’ICT con 53.000 addetti (8,0% del dato nazionale). La presenza di città come Bologna e Modena, con le loro università e centri di ricerca, contribuisce a una robusta infrastruttura tecnologica.
In Veneto si conta un numero analogo di imprese e addetti: a dire il vero, sono un po’ di più le imprese (13.500 tra sedi e filiali), un po’ di meno gli addetti, quasi 50.000 (7,4% sul dato nazionale). Da cui si può subito dedurre, come approfondiremo oltre, una dimensione aziendale media più bassa rispetto alla storica regione competitor. Padova in particolare è la provincia più vocata all’ICT, seguita da Vicenza e Treviso.

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