Belluno, 8 giugno 2022 – Riceviamo e pubblichiamo la replica di Paolo Bello – candidato nella lista “Belluno bene comune” a sostegno della candidata sindaco Lucia Olivotto – alle parole dette dal candidato sindaco Vignato, in occasione dell’incontro pubblico di lunedì scorso.
Per chi come il sottoscritto ha mosso i primi passi in politica nel solco del Cattolicesimo Democratico e alla luce del pensiero di Moro e Montini (per i quali la politica era la più elevata forma di carità), le parole che il signor Vignato ha rivolto lunedì all’altra coalizione di centrosinistra sono sembrate la più elevata forma di una politica assai diversa:
“Una coalizione di sinistra conservatrice che nulla ha a che vedere con noi”, ha scandito rivolgendosi ai suoi sostenitori.
Sembrano parole frutto di disconnessione dalla realtà o di infantilismo politico perché non contemplano la necessità di una ricomposizione del centrosinistra il 26 Giugno, quando Lucia dovrà auspicabilmente confrontarsi con la destra per il governo della città.
Non solo. Mi metto nei panni del mio segretario nazionale che teorizza da tempo la necessità di un “campo largo” del centro sinistra e si trova catapultato a Belluno dove il PD sostiene un candidato, a suo dire civico e competente, che sembra non conoscere l’abc della politica la quale, per definizione, è l’arte del dialogo e della ricerca del bene comune o, almeno, del bene possibile.
Ma la storia era scritta da tempo, da quando cioè il candidato manager aveva posto il dictat “o con me o contro di me” piombando al tavolo del centrosinistra e provocandone la rottura. Il tutto con la complicità di una segreteria PD comunale ostaggio di se stessa e della bramosia di ottenere un posto a tavola. Evidentemente, dopo 15 anni di digiuno, anche un piatto di lenticchie può apparire un pasto luculliano.
Per fortuna Gli elettori sono lontani dalle alchimie frutto di narcisismo, autoritarismo e sete di potere. Rimango infatti fiducioso nella guarigione di questo centrosinistra; e saranno proprio gli elettori a promuoverne il cambiamento perché sono più interessati di qualcun altro al bene comune.
L’ultimo pensiero per la segreteria nazionale del mio partito.
Sono felice che abbia posto attenzione alla nostra città con la sortita di Letta. Peccato non abbia agito così anche 5 anni fa quando il candidato del PD non era un “civico” ma un iscritto al partito da sempre.