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Medici che non si vaccinano. Capelli: “Non esiste l’obbligo di legge, ma quello morale e deontologico”

La questione dei medici che decidono di non vaccinarsi era emersa già nello scorso dicembre. C’era stato il caso di Vicenza, della Ulss 8 Berica, dove un terzo del totale dei medici di medicina generale al 15 gennaio 2021 non aveva ancora provveduto a farlo. Con il conseguente intervento di Michele Valente, presidente dell’Ordine dei Medici di Vicenza, secondo il quale la posizione dei “Medici no vax” non è compatibile con la professione, poiché configura una violazione al codice deontologico. Un comportamento che potrebbe portare nei casi più gravi alla radiazione. Lo stesso parere lo aveva espresso il 30 dicembre 2020 il professor Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, il quale, sui medici che non vogliono fare il vaccino, sentenziò: “Devono cambiare mestiere”. Così come Domenico Crisarà, neo presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Padova che disse: “Fuori dall’Ordine i medici che non si vaccinano”.

Stefano Capelli – Presidente Ordine dei Medici e Odontoiatri di Belluno

Sul tema è intervenuto oggi il presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Belluno Stefano Capelli.

“Come già espresso anche da altri colleghi presidenti di Ordini della Regione Veneto e di altre Regioni, oltre che dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri-FNOMCeO, qualora la posizione riguardi la persona del singolo medico, non esistendo ad ora l’obbligo di legge, ma morale e deontologico per la professione esercitata, il singolo su sé stesso decide e se ne assume le responsabilità, anche per eventuali riflessi da parte del datore di lavoro. Diverso è il contesto qualora il medico dovesse, in occasione dell’esercizio della propria attività professionale o su media o social assumere posizioni contro le vaccinazioni in generale o nel caso specifico per quella contro il Covid. In queste situazioni, sempre fatte salve altre situazioni giuridiche non di competenza dell’Ordine, saremmo obbligati ad attivare il percorso per una azione disciplinare”.

Qualsiasi medico, quindi – precisa il dottor Capelli – per scelta individuale può non vaccinarsi, ma assumendosene responsabilità anche per eventuali conseguenze. Il datore di lavoro Ulss/Regione, potrebbe arrivare a rescindere il contratto, e il medico comunque si assumerebbe il rischio aggiuntivo correlato alla possibile trasmissione dell’infezione a soggetti terzi, ovviamente non coperto da alcuna assicurazione. Analogamente per il medico dipendente e anche per il libero professionista, cioè senza alcun contratto di dipendenza o convenzione col SSN/SSR. A questo si aggiungerebbe il provvedimento disciplinare, se lo stesso si facesse parte attiva o nell’esercizio della professione o su media e social contro la vaccinazione”.

 

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