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Gli Alpini di Salce in escursione con le scuole di Giamosa e Mussoi nei luoghi della Grande Guerra

“Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”. Lo ha detto George Santayana, filosofo, scrittore, poeta e saggista spagnolo del secolo scorso. E dunque non si può che apprezzare l’iniziativa del Gruppo alpini di Salce presieduto da Cesare Colbertaldo, che martedì scorso, nell’ambito del programma di rivisitazioni dei luoghi più significativi della Grande Guerra, ha accompagnato con una decina di soci due classi quinte delle scuole di Giamosa e di Mussoi e le rispettive maestre. Meta della gita d’istruzione il Bosco delle Penne Mozze nel Comune di Cison di Valmarino e l’Isola dei Morti nel Comune di Moriago della Battaglia, entrambi nel Trevigiano.

Il Bosco delle Penne Mozze è un’area naturale protetta di circa 16mila metri quadrati, sempre aperta, situata lungo il corso del torrente Rujo, pochi chilometri a nord dell’abitato di Cison di Valmarino, lungo la Valle di San Daniele. Contiene 15 sentieri, ognuno dei quali dedicato a una delle 15 Medaglie d’Oro al Valor militare agli alpini trevigiani, dalla battaglia di Adua del 1896 alla Seconda guerra mondiale fino ai Caduti in servizio.

L’ Isola dei Morti è oggi una curatissima oasi naturalistica posta lungo il Piave, all’altezza del Montello, che si raggiunge comodamente, con una breve deviazione, direttamente dalla strada provinciale n.34.
Ordinata, pulita, ben organizzata e con una segnaletica chiara ed originale, è un’area ideale per passeggiate familiari tra commoventi valenze storiche ed interessanti aspetti naturalistici. Il nome è dovuto al ritrovamento di migliaia di corpi senza vita dei soldati italiani nei giorni successivi alla Battaglia Finale del giugno 1918, trascinati dalla corrente mentre cercavano di raggiungere l’altra sponda.
Il breve escursus storico, a seguito della guida, è quindi terminato con la visita alla chiesetta dedicata alla Madonna del Piave, costruita nel 1965 su progetto dell’architetto Alberto Alpago Novello. E all’adiacente giardino con le due trincee, italiana e austriaca, che si fronteggiano. Infine il giardino circolare ove, insieme alle piante, sono state collocate fotografie e poesie che inducono alla meditazione. Il messaggio che si è voluto trasmettere è palese “divisi dalla guerra, uniti dalla morte, per crescere nella pace”.

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