“Otto persone al mondo detengono una ricchezza pari alla metà della popolazione più povera secondo il rapporto Oxfam diffuso a gennaio 2017. Si chiamano Bill Gates, Amancio Ortega, Warren Buffett, Carlos Slim Helu, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg, Larry Ellison e Michael Bloomberg e possiedono 426 miliardi di dollari, mentre i 3,6 miliardi di abitanti più poveri della terra ne possiedono appena 409”. E proprio tra questi uomini d’oro c’erano i maggiori sostenitori della campagna elettorale di Hillary Clinton”. Lo ha detto Gennaro Sangiuliano, vicedirettore Tg1 Rai, giornalista, scrittore, docente alla Facoltà di Economia de La Sapienza e alla Facoltà di Giurisprudenza della Lumsa, che è stato relatore sabato pomeriggio ai Grandi incontri di Liberal Belluno, la ressegna culturale avviata da oltre un decennio da Rosalba Schenal, presidente dell’Associazione. Sangiuliano ha ripercorso le tappe fondamentali della vita pubblica e privata dell’ex candidata alla Casa bianca, contenute nel suo ultimo libro “Hillary. Vita e potere di una dynasty americana”. Ed ha sottolineato le ragioni della caduta della Clinton, a dispetto di un apparato che la sosteneva forte di 300 testate giornalistiche contro una manciata di giornali a favore di Donald Trump. “Triade hegeliana” l’ha chiamata Sangiuliano, la Brexit in Gran Bretagna, la vittoria di Trump negli Usa e il successo oltre le aspettative del No al Referendum costituzionale in Italia. Una guerra alle élite nella quale a vincere, contro i sondaggi perlopiù confezionati, è il popolo. Un’onda lunga che potrebbe coinvolgere il voto dei francesi nel prossimo aprile, dove a rappresentare le istanze nazionaliste è la candidata della destra Mary Lepen. Così in Germania, anch’essa al voto in settembre 2017, dove a essere insidiata è la cancelliera uscente Angela Merkel, al potere da 12 anni. (rdn)