La croce è tornata in cima al Pelmo, portata dagli amici di Alberto Bonafede e Aldo Giustina per ricordare i due volontari del Soccorso Alpino delle Dolomiti Bellunesi, travolti a fine agosto da una frana di massi mentre cercavano di portare in salvo due turisti rimasti feriti e bloccati lungo la parete della montagna dolomitica. L’hanno riportata sul “Caregon del Padre Eterno” la delegazione del Soccorso Alpino, insieme al sindaco di San Vito di Cadore Andrea Fiori, al parroco Don Riccardo e ad una folta schiera di amici di Alberto e Aldo, che per primi un paio d’anni fa l’avevano posizionata sulla vetta, da dove “una mano arrogante”, come l’ha definita Don Riccardo nell’ omelia del funerale, aveva tagliato e gettato nel vuoto.
“E’ l’omaggio più toccante e vero che potesse essere fatto a questi due angeli custodi, che hanno sacrificato loro stessi per portare aiuto a chi era in difficoltà”, ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia. “La loro attività di volontari impegnati in un campo difficile, del quale erano appassionati ma dove il pericolo è sempre in agguato – ha aggiunto Zaia – è la testimonianza, in questo caso estrema, delle profonde radici culturali di solidarietà che sono fermento vivo del nostro Veneto. Al loro sacrificio va ancora una volta il mio pensiero commosso e mi auguro che la croce tornata sul Pelmo possa testimoniarne per sempre e a tutti il sacrificio”.