
“In questo momento la vera emergenza per la sanità della nostra provincia è la nomina del primario di radioterapia all’ospedale San Martino di Belluno: c’è infatti il rischio di un progressivo depotenziamento di questo servizio essenziale. Non possiamo permetterci che i malati di cancro siano costretti ad andare a curarsi a Treviso”. Il vicepresidente del consiglio regionale Matteo Toscani interviene così nel dibattito sulla sanità, “spesso viziato da polemiche ingiustificate su problemi che non sono tali”. Il riferimento è alla richiesta di potenziamento dell’organico medico del Pronto Soccorso. “Ho parlato con il direttore generale Antonio Compostella e con il direttore medico Lucio Di Silvio – dichiara il consigliere leghista – e con mia grande sorpresa ho scoperto che la squadra di medici guidata da Giovanni Gouigoux non è mai stata così numerosa. Mi chiedo allora come sia possibile che si sollevi un polverone su un problema che, semplicemente, non esiste. Certo, un medico in più è sempre utile. Soprattutto di notte. Ma chi conosce un po’ le problematiche sanitarie sa benissimo che, a livello nazionale, c’è una grave carenza di medici, soprattutto quelli di pronto soccorso. E questo è un problema che non si risolve né a Belluno né a Venezia”. “In ogni caso – sottolinea Matteo Toscani – il problema vero e urgente è un altro: la nomina del primario di radioterapia, un servizio di valenza provinciale rivolto essenzialmente ai malati oncologici. Il posto è vacante dal primo dicembre dello scorso anno, cioè da quando è andato in pensione il dottor Sandro Dal Fior. L’Ulss di Belluno è pronta ad avviare la selezione. Ma manca ancora l’autorizzazione regionale alla nomina. Ho perciò sollecitato personalmente l’assessore Luca Coletto affinché sblocchi quanto prima la situazione, peraltro ricevendo ampie rassicurazioni. Ma non dobbiamo abbassare la guardia”. “La radioterapia – afferma ancora il vicepresidente del consiglio veneto – è una delle tre alte specialità di valenza provinciale che qualificano l’ospedale del capoluogo: per questo va difesa a spada tratta. Accettare un suo ridimensionamento significherebbe avviare un processo di dequalificazione del nosocomio di riferimento per l’intera provincia e, di conseguenza, dell’intero sistema socio-sanitario bellunese. Ed è questo che dobbiamo evitare ad ogni costo”. “L’errore – conclude Matteo Toscani – è quello di focalizzarsi sulle singole questioni, magari importanti ma pur sempre parziali. Che sia la chirurgia di Agordo o l’organico del pronto soccorso di Belluno. Casi diversi, certo. Ma entrambi indicano che a mancare è soprattutto una visione d’insieme della sanità bellunese, un progetto complessivo per il futuro. E’ di questo che la politica si deve occupare se vuole davvero difendere il diritto alla salute dei bellunesi. Ecco perché da un anno sollecito la costituzione effettiva di un tavolo dove si possa discutere, senza demagogia e strumentalizzazioni, del futuro sanitario della nostra provincia”.