“ La non volontà di prorogare tale agevolazione, di non rimuovere o quantomeno ridurre la ritenuta d’acconto del 10% sui bonifici per i lavori incentivati al 36 e 55%, la non estensione alle imprese artigiane dell’edilizia della CIG in deroga – sostiene il presidente dell’APPIA Moreno De Col –pongono una tale serie di problemi che è stata indetta una nuova manifestazione unitaria degli Stati Generali delle Costruzioni che si terrà a Roma il 1 dicembre prossimo davanti a Montecitorio. Il settore è piegato da una crisi senza precedenti: oltre 250.000 posti di lavoro persi,oltre 300% in più di utilizzo ammortizzatori sociali, oltre il 20% medio di riduzione delle produzioni nei settori dei materiali da costruzione, circa 70 mld in meno di valore complessivo delle produzioni. Se a questo si aggiunge l’inaccettabile danno causato dai ritardati pagamenti della P.A., con punte di ritardo anche di 24 mesi, emerge un quadro di assoluta gravità. Durante tutti questi mesi, di fronte all’insufficiente politica industriale a sostegno del settore, imprese, artigiani, sindacati e tutti gli attori della lunga filiera dell’edilizia hanno denunciato più volte – a livello nazionale e su tutto il territorio – lo stato di grande difficoltà del settore, ricercando un costante dialogo con il governo e le amministrazioni pubbliche, sollecitando un confronto, avanzando proposte concrete che hanno incontrato spesso il favore bipartisan delle forze politiche. A questa azione, responsabile e propositiva, del mondo dell’edilizia non ha ancora corrisposto un’efficace azione del Governo, né sul piano dei provvedimenti adottati e delle risorse disponibili, né su quello del coinvolgimento completo degli attori degli Stati Generali, visto che il tavolo interministeriale dell’edilizia, che era stato insediato
a Palazzo Chigi nel luglio 2009, si è finora riunito una volta sola. Le richieste, le priorità del settore oggetto della manifestazione, continua De Col, sono chiare:
1. sbloccare i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi vincolati dal Patto di stabilità, anche per consentire alle stesse il pagamento delle forniture e dei servizi utilizzati. Più in generale allentare i vincoli dello stesso patto per gli enti virtuosi al fine di finanziare prioritariamente interventi legati alla tutela e messa in sicurezza del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali ed artistici.
2. Rendere effettivamente disponibili, in termini di attribuzioni di cassa, le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali, a partire da quelle attribuite al programma di piccole e medie opere e all’edilizia scolastica.
3. Puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i controlli di sicurezza e regolarità.
4. Eliminare le penalizzanti distorsioni fiscali esistenti nel settore immobiliare (ad esempio l’Iva sull’invenduto dopo 4 anni) nell’ambito di una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori, imprese e cittadini.
5. Rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell’immobiliare.
6. Attivare strumenti di lotta all’illegalità e promuovere la qualificazione con procedure esigibili e chiare in stretta collaborazione con le imprese e i lavoratori, senza penalizzare la quotidiana operatività delle imprese corrette.
7. Estendere a tutto il settore dell’edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il settore industria.
Appello ai Parlamentari
Il prossimo 31 dicembre scadrà la vigenza delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, detrazione del 55% delle spese sostenute, introdotte dalla Legge finanziaria 2007 (Legge 27 dicembre 2006, n. 296, commi da 344 a 347) e più volte prorogate dalle leggi di bilancio successive. Da numerosi settori della maggioranza e dell’opposizione è emersa la disponibilità a sostenere la possibilità di rendere queste agevolazioni permanenti, come dimostra, tra l’altro, il parere favorevole reso dalla Commissione Ambiente della Camera, presieduta dall’On. Alessandri, nell’ambito della discussione del DL 79/09 (Decreto anticrisi). Tale proposta, da noi fortemente condivisa, contribuirebbe non poco a dare certezze sia agli operatori economici che ai cittadini e ad evitare che la crisi economica nella quale si trova il nostro paese si ripercuota in modo pesante su settori nei quali è estremamente significativa la presenza di aziende artigiane e di piccole imprese commerciali e generi un sostanziale blocco degli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica degli edifici con una conseguente influenza negativa, sia in termini economici che occupazionali, sui settori delle costruzioni, dell’impiantistica, della produzione di serramenti ed infissi e del commercio di materiali edili ed un aumento dell’economia sommersa con conseguente danno alle casse erariali. Il provvedimento in questione ha decisamente contribuito alla crescita dell’economia del Paese: infatti le circa 600.000 domande presentate in tre anni, hanno creato circa 150.000 nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e generato un volume di poco meno di 8 miliardi di € di investimenti in ristrutturazioni ed isolamento di edifici, in installazione di pannelli solari, di caldaie a condensazione, infissi ed impianti a maggiore efficienza.
ANNI – INTERVENTI REALIZZATI – INVESTIMENTI SOSTENUTI – INVESTIMENTO
MEDIO – RISPARMIO ENERGETICO
(in GWh)
2007 106.000 1.453.000.000 13.707 787
2008 247.800 3.500.000.000 14.124 1.961
2009 236.100 2.900.000.000 12.283 (*) 1.656
TOTALE 589.900 7.853.000.000 13.312 4.404
Vi chiediamo pertanto di considerare l’opportunità di inserire nella Legge Finanziaria che il Parlamento si appresta a discutere una norma che consenta di mettere a regime le agevolazioni fiscali del 55% dando così una positiva risposta alla richiesta di stabilità del quadro normativo proveniente dall’intera filiera produttiva interessata da tali agevolazioni .