Un vero e proprio tour ricognitivo ed esplorativo delle strutture e dei servizi sociosanitari quello effettuato oggi dall’assessore regionale veneto alle politiche sociali, Remo Sernagiotto, in terra bellunese. Dall’ospedale di Feltre al Centro Servizi Sociali e Assistenziali (SER.S.A.) di Belluno, dalla R.S.A. dello stesso capoluogo a quella di Pieve di Cadore, dal Centro Socio Sanitario di Auronzo all’Istituto Codivilla di Cortina: ad ogni tappa Sernagiotto ha incontrato gli amministratori locali e i dirigenti delle Aziende Ulss, acquisendo informazioni e prospettando programmi e iniziative future per il settore. Nell’incontro svoltosi al SER.S.A., a cui hanno partecipato il sindaco di Belluno Antonio Prade, il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin, i consiglieri regionali Dario Bond e Sergio Reolon, il direttore generale dell’Ulss 1, Ermanno Angonese, l’assessore regionale ha posto l’accento soprattutto sul concetto di “specificità”: “Ritengo che quella dell’area omogenea montana bellunese sia l’unica vera specificità veneta da considerare e da difendere – ha sottolineato Sernagiotto – e che di questa realtà vadano salvaguardate le eccellenze presenti nell’offerta dei servizi socio-sanitari. Certo dovranno essere valutate con attenzione tutte le situazioni, avendo da una parte consapevolezza che il tempo dei privilegi è finito e dall’altra che i modelli organizzativi rivelatisi efficaci ed efficienti debbono essere valorizzati, come, ad esempio l’esperienza del SER.S.A.”. In questo senso l’assessore ha posto l’accento in particolare sulla necessità di diminuire la ospedalizzazione dei pazienti, diminuendo i costi ma garantendo comunque un’ottima qualità dei servizi nel territorio. “E’ questo uno degli obiettivi del nostro prossimo Piano Regionale – ha spiegato l’assessore – nel rispetto di quelle che sono le indicazioni che provengono dal Governo centrale e che parlano di un sistema organizzativo socio-sanitario la cui spesa debba tendenzialmente distribuirsi per il 45% per i servizi ospedalieri e per il 55% per quelli territoriali. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile ripensare agli ormai superati e insostenibili modelli dei reparti geriatrici e delle vecchie case di riposo, e lavorare a soluzioni che consentano di dare risposte ai bisogni dei cittadini senza dissipare risorse. Sernagiotto, poi, in merito alla riorganizzazione sanitaria del bellunese ha evidenziato che il problema non è il numero delle Ulss bensì la qualità dei servizi offerti. “E’ una questione che affronteremo in futuro con tutti i soggetti politici e istituzionali interessati – ha detto – ma dobbiamo tutti capire che quello che alla gente importa è la bontà e la tempestività dei servizi erogati. La minor quantità di risorse disponibili, ma anche il senso di responsabilità amministrativa, deve indurci ad abbandonare certe logiche localistiche per realizzare un sistema in grado di funzionare a favore dell’intera comunità, premiando le specializzazioni presenti e rinunciando alla inefficace e dispendiosa moltiplicazione di presidi inadeguati sul territorio”. “La missione che ci attende, in ultima analisi – ha concluso l’assessore Sernagiotto – è proprio quella di fare pulizia e dare dignità all’intero sistema veneto, ed è ciò intendo proporre al Presidente, al collega assessore alla sanità e all’intera Giunta regionale”.