“Entro marzo Avepa dovrebbe mettere in pagamento i premi per le circa 3900 domande arretrate riguardanti le indennità compensative e la conservazione dei prati e pascoli delle aree svantaggiate di montagna; la prossima settimana si provvederà in ogni caso a pagare alcune domande ad elevata criticità; entro il prossimo giugno, infine, dovrebbero sbloccarsi tutte le situazioni oggi in sospeso per le incongruenze delle comunicazioni da parte di Agea circa i controlli delle superfici. In questo modo, l’intero sistema dei pagamenti dovrebbe andare a regime per tutti, superando difficoltà e lentezze segnalate da numerose aziende agricole”.
E’ questo l’esito del confronto svoltosi ieri tra Regione e Avepa per dirimere le questioni tecniche che hanno suscitato il malcontento degli imprenditori agricoli per mancati pagamenti. Uno dei principali problemi, è stato ricordato, è quello della revisione della base catastale e dell’uso del suolo da fotointerpretazione, che certifica l’entità delle superfici interessate. Dopo le numerose segnalazioni, la completa funzionalità del sistema di gestione delle superfici è in fase di collaudo, mentre non sono ancora risolte in maniera ottimale le problematiche emerse sullo “scaricamento”, sempre da parte di Agea, dei file sui controlli in loco, che riguardano circa il 5 per cento delle aziende. Quest’ultima problematica, tuttavia, sarà analizzata a breve, già la prossima settimana, con AGEA che svolge il servizio su tutto il territorio nazionale. Altre problematiche sui controlli in loco che andranno risolte con maggiore puntualità si riferiscono ai cosiddetti “pascoli magri”, cioè a quelle superfici che la fotointerpretazione attribuisce alla categoria bosco, mentre spesso vengono dichiarate ed effettivamente utilizzate a pascolo.
Sergio Reolon: “Il fatto che l’Avepa si trovi ancora oggi a promettere agli agricoltori che salderà i conti, e che ci siano invece ancora da pagare milioni di euro, tra indennità compensativa e premi per sfalcio e pascolo, dimostra, nei fatti, quanto la Regione sia lontana”. Così interviene Sergio Reolon a proposito delle affermazioni fatte, lunedì, da Franco Manzato, vice presidente della Regione Veneto. A metà di febbraio risultano infatti ancora da pagare 6.3 milioni di indennità compensative (pari a 905 su 2685 domande presentate nel 2009), 3.7 milioni di euro per l’agroambientale (pari a 955 su 4.134 domande presentate nel 2009), oltre a 288 domande inevase che risalgono al 2008. “Potrei ricordare che le stesse promesse furono fatte prima delle elezioni provinciali dell’anno scorso, e che i fatti, ora, sono questi. Ma è il meccanismo generale che non torna: infatti i pagamenti avvengono in base a criteri stabiliti in modo omogeneo per tutta la regione, che in montagna non funzionano. Gli agricoltori fanno investimenti sulla base di diritti che hanno, e dopo due anni non ricevono ancora quanto gli spetta. C’è gente che è costretta a chiudere perchè non riesce a pagare il mutuo. Questo è molto grave”. Sergio Reolon ribadisce la necessità di una attenzione diversa per la montagna. E afferma: “La Regione dice che il 25% del totale delle risorse per l’agricoltura va alla montagna: ma poi nella “montagna” è compresa anche Valdobbiadene. E’ evidente che l’applicazione dei criteri non può essere uguale dappertutto: la montagna ha bisogno di una sua normativa specifica e di risorse più importanti, con finanziamenti a lei dedicati. Non si può mettere Livinallongo nelle stesse condizioni di Valdobbiadene”.