“L’ultimo incidente lungo la statale 51 tra Valle di Cadore e Venas evidenzia la necessità di riprendere con forza e compattezza il lavoro politico e amministrativo sui problemi della viabilità”. Questa mattina Sergio Reolon è stato in località Vallesina, per un sopralluogo sul luogo dove ieri il ribaltamento di un’autocisterna ha causato il blocco totale della statale 51. “Non è la prima volta che incidenti del genere mettono in ginocchio la viabilità bellunese e costituiscono un grave pericolo di inquinamento ambientale”, rileva Reolon. “Purtroppo se ne parla molto nel momento dell’emergenza ma poi il problema torna nel dimenticatoio. Noi lo avevamo affrontato in modo radicale, facendo inserire nel piano quinquennale dell’Anas il finanziamento prioritario della realizzazione della variante di Longarone e nel piano di previsione la Rivalgo Venas. Per la prima volta unitariamente su queste due opere avevamo raccolto il consenso di tutti i sindaci della parte alta della Provincia”.
La nuova amministrazione provinciale ha invece deciso di cambiare strategia. Nel documento programmatico non c’è alcuna indicazione di questi interventi né sono indicate le priorità. “L’unica cosa di cui si parla”, prosegue Reolon, “è di un prolungamento dell’autostrada, addirittura non più in una sola direzione ma con una biforcazione a Macchietto, verso Nord e verso Est. E’ il solito modo di certa classe dirigente bellunese di sviare dai problemi veri, di discutere di ipotesi fantascientifiche, di dubbia utilità per il nostro territorio, che servono solo alla ricerca del consenso e non a risolvere i problemi. Fra l’altro questa amministrazione, che si richiama sempre al coinvolgimento dei Comuni, dovrebbe spiegare in quale documento i sindaci della parte alta della Provincia chiedono la realizzazione di due autostrade”. Insieme con le due autostrade nelle ultime settimane si è ricominciato a parlare anche della tangenziale di Cortina: “Con la statale 51 in queste condizioni sia le ipotesi autostradali, sia la tangenziale di Cortina sarebbero una disgrazia, il cui unico effetto sarebbe l’aumento sproporzionato del traffico, dei tempi di percorrenza e dei disagi”. Infine sulla proposta di istituire forme di regolamentazione al transito dei Tir (pedaggio, fasce orarie o addirittura il divieto per chi non ha impegni di carico e scarico in Valle del Boite e Ampezzo) Reolon ricorda il lavoro fatto con Anas e Comuni. “Purtroppo allora non fu possibile proseguire e individuare le soluzioni anche per le posizioni di enti non elettivi”. Per risolvere radicalmente il problema “bisogna riprendere il piano quinquennale dell’Anas, oggi abbandonato per inseguire le ipotesi autostradali chiedendo impegni precisi a Regione e Governo sulle priorità concordemente individuate dal territorio interessato”.