Poche settimane fa la Commissione europea ha dato il via libera alla vendita di gelato capace di resistere a temperature elevate senza perdere cremosità, grazie all’impiego di una proteina sintetica derivata da un lievito geneticamente modificato (OGM). Si tratta di una proteina sintetica, isolata originariamente da un merluzzo artico e riprodotta in laboratorio attraverso la fermentazione di un lievito geneticamente modificato, che l’Unione Europea classifica però come semplice proteina ISP.
“Ci sono ricercatori indipendenti – spiega Walter Capraro, Direttore dell’Unione Artigiani e Piccola Industria -, come quelli dell’Indipendent Science Panel (ISP), che già tre anni fa avevano dimostrato che questa proteina è in grado di provocare allergie in alcuni individui proprio perchè deriva da lieviti transgenici. La stessa cosa aveva detto anche l’ACNFP (Advisory Committee on Novel Foods and Processes), che aveva proposto l’etichettatura obbligatoria. Ma l’Unione Europea si è accontentata del parere espresso dall’agenzia europea per la sicurezza alimentare e ha permesso che il nuovo ingrediente sia indicato semplicemente come “proteina Isp”, escludendolo dalla regolamentazione prevista per gli Ogm.” Le multinazionali – e tra queste l’ americana Unilever, che controlla il 40% del mercato del gelato in Italia e alla quale fa capo il marchio Algida – hanno sempre sognato di poter mantenere il gelato industriale morbido e cremoso anche a temperature molto basse e di rallentarne lo scioglimento. La produzione industriale, infatti, richiede tempi di lavorazione stoccaggio, trasporto, distribuzione e vendita assai lunghi e da sempre, quindi, le industrie ricorrono a soluzioni che prevedono l’utilizzo di conservanti, additivi e addensanti come l’ alginato di sodio usato dai dentisti per prendere l’impronta dei denti. Ma l’introduzione della proteina sintetica – la ISP, Ice Structuring Protein -, sembra davvero superare ogni limite. Ne è convito Marco Viel, titolare della Gelateria La Delizia di Belluno in Piazza Vittorio Emanuele, da poco eletto alla Presidenza dei Gelatieri di Confartigianato del Veneto.
“Sono convinto – dice Viel – che se i consumatori venissero opportunamente informati, novità come questa aiuterebbero ad allontanarli dal “confezionato”, motivandoli sempre più verso un prodotto fresco come è il gelato artigianale tradizionale. Una ricetta semplice che è rimasta pressoché invariata dalla metà del 1500 e che ha come base solo prodotti freschi”.Dallo scorso anno, a garantire le qualità dei prodotti delle gelaterie artigiane c’è “Artigelato”, il Marchio privato collettivo che certifica la qualità del vero gelato artigianale, realizzato soltanto con latte, uova, zucchero e frutta, ingredienti rigorosamente freschi, senza conservanti ed additivi artificiali, lavorati secondo le tecniche tradizionali. Le gelaterie che espongono il marchio sono le uniche che garantiscono il rispetto delle regole indicate dal disciplinare di produzione.“Mi permetto – conclude Viel – di fare un appello in particolare ai genitori che comperano in questo periodo il gelato ai propri figli: diffidate dei gelati confezionati. Se comunque decidete di comprarli leggete con attenzione l’etichetta e rifiutate i prodotti che riportano tra gli ingredienti la proteina ISP. Per quanto ci riguarda come artigiani, le uniche cose di cui dobbiamo preoccuparci è di conservare l’arte gelatiera di tradizione italiana e la nostra professionalità. E per fare questo sarà sufficiente che continuiamo ad essere gli unici “geni” presenti in gelateria”.