“A Oderzo i camion cominciano a portare il materiale per allestire quello che sappiamo già diverrà un nuovo ghetto: la caserma Zanusso. A Vittorio Veneto, senza informare autorità e comunità locale, si ipotizza di utilizzare un’avio superficie per un nuovo, secondo ghetto, dopo che già tante criticità ha creato il Ceis. Alla faccia delle tante grida d’allarme che si levano sul proliferare di questi lager, dove il proselitismo islamista e la malavita comune e non raccolgono adepti a piene mani”.
Il presidente del Veneto Luca Zaia stigmatizza così l’avvio di due nuovi centri profughi che sorgeranno in provincia di Treviso.
“Entrambe le comunità locali avevano fatto sentire la loro voce contraria e a Vittorio Veneto si erano verificati episodi che avevano suscitato l’unanime condanna della popolazione – continua il presidente della Regione –. Quando si va contro il popolo la democrazia finisce. Finché le frontiere rimarranno aperte e senza controllo alcuno, il problema dell’immigrazione continuerà a restare sempre ed esclusivamente nostro, con ricadute devastanti sui territori. E’ inutile che il Governo ora lanci allarmi, essendo lui stesso la causa di tale stato di cose”.
“Questa non è solidarietà, questo non è aiuto ai veri profughi, che sono appena un terzo di quanti arrivano da noi – conclude il presidente –. Bisogna chiudere i confini, fermare i gommoni sull’altra sponda del Mediterraneo e aprire corridoi umanitari nelle zone di provenienza, selezionando chi ha davvero diritto a essere aiutato a fuggire da fame e guerre da chi parte soltanto per un’avventura che, quasi sempre, finisce tragicamente e sulle spalle delle nostre pacifiche comunità locali”.