Il 19 marzo il Ministro Scajola aveva annunciato il bando per il credito d’imposta per la realizzazione di campionari e collezioni a cui avrebbero avuto accesso tutte le imprese, senza limiti dimensionali, del settore moda. “L’agevolazione – spiega Tiziano De Toffol, Presidente provinciale e nazionale delle occhialerie dell’UAPI – consisteva nel riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 10% sui costi sostenuti dalle aziende nel 2008 e 2009 per realizzare campionari innovativi. La percentuale saliva, poi, al 40% nel caso le aziende si fossero messe a lavorare con Università ed Enti pubblici di ricerca.” La procedura di presentazione della domanda di finanziamento consisteva nell’invio telematico all’Agenzia delle Entrate, da parte delle imprese interessate, di un apposito modello (FRS). Agevolabili risultavano i costi sostenuti per stilisti e tecnici, per materie prime e per la realizzazione di prototipi. La graduatoria si sarebbe formata cronologicamente in base all’arrivo. Senonchè, dopo pochi secondi dall’apertura del bando, chi ha provato a inviare la domanda si è visto respinto dal sistema informatico perché i fondi risultavano già esauriti.
“A onor del vero, – dice De Toffol – i 50 milioni a disposizione per ciascun periodo d’imposta sono subito sembrati insufficienti, anche perché tra i costi agevolabili sono stati inseriti dal Ministero quelli relativi ai fabbricati ed ai terreni per realizzare i laboratori: una voce che poco aveva a che fare con i campionari, cioè con quell’attività creativa che porta a prodotti nuovi o migliorati che si voleva sostenere in origine. Sinceramente, nessuno pensava, però, che soltanto 3 secondi dopo l’apertura del bando i fondi risultassero finiti.” Confartigianato Moda, che raccoglie non solo il tessile e abbigliamento ma anche l’occhialeria artigiana, si è subito attivata e ha chiesto al Ministero per lo Sviluppo Economico l’accesso agli atti amministrativi per conoscere la graduatoria delle imprese ammesse al beneficio.