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Riunita la Conferenza enti locali. Padrin: «Funzioni, competenze e programmazione per dare futuro ai servizi e al territorio»

Roberto Padrin, presidente della Provincia

Da una parte la necessità di una ricognizione della situazione attuale degli enti locali e delle Unioni Montane, anche alla luce del riordino previsto da parte della Regione Veneto; dall’altra la crisi profonda di personale in cui versano questi enti. Si è mossa su questi due pilastri la Conferenza enti locali (organo previsto dallo Statuto provinciale), riunitasi oggi a Palazzo Piloni e presieduta dal presidente della Provincia Roberto Padrin. Presenti anche il consigliere provinciale delegato alla programmazione strategica unitaria, Alberto Peterle, e i consulenti esperti Maurizio Busatta e Diego Cason.

La Conferenza, che ha lo scopo di rappresentare in via unitaria le autonomie locali nei confronti dei livelli superiori, è formata dai presidenti delle Um, dal presidente del Consorzio Bim Piave, dalla Magnifica Comunità di Cadore, dai sindaci di Belluno e Feltre, e dal presidente Uncem, e si avvale della consulenza tecnica di alcuni esperti, tra cui l’avvocato amministrativista Enrico Gaz. La riunione di oggi ha preso le mosse dal disegno di riordino delle Um che la Regione del Veneto sta portando avanti. E che nel Bellunese può diventare indispensabile soprattutto per le due Um oggi “bloccate” (la Belluno-Ponte nelle Alpi e la Valboite commissariata). Ma ha allargato lo sguardo alle difficoltà che stanno incontrando tutti gli enti locali, spesso sotto organico e in crisi a livello di reperimento del personale. Sotto la lente anche la crisi di personale “politico”, con l’ultima tornata amministrativa particolarmente significativa, visto che la metà dei Comuni al voto ha presentato una sola lista (e in molti casi le liste non hanno completato tutte le caselle disponibili dei candidati consiglieri). In generale, è stato tracciato un quadro dell’architettura di governance del territorio, considerando anche i Gal, le Ipa (Intesa programmatica d’area) e gli Ats (Ambito territoriale sociale).

«La governance del territorio agisce su due livelli: la programmazione e l’esecuzione. E su questi livelli è doveroso un ragionamento ampio» ha premesso il consigliere Peterle. «Le Um, la cui finalità prevista dalla legge istitutiva era fare programmazione d’area vasta, oggi fanno altra cosa, vale a dire promozione e tutela dell’area montana, ed erogazione di servizi associati per i Comuni. Ma dal punto di vista dei servizi si trovano in difficoltà a livello di personale».

Partendo da queste considerazioni, la Conferenza si è data il compito di effettuare un monitoraggio dello stato di fatto degli enti locali, con particolare attenzione alle nove Um bellunesi, e con l’obiettivo di definire punti di forza e punti deboli. «Dobbiamo avere un quadro dettagliato della situazione, per proporre soluzioni e soprattutto evitare sovrapposizioni tanto inutili quanto dannose» commenta il presidente Padrin. «Il riordino che ha in mente la Regione sia un modo per ristrutturare le Um dando funzioni, competenze e spazio di manovra per la programmazione a questi enti. Solo così possono essere rafforzate e continuare a essere uno strumento utile e di servizio al territorio, ma in una visione più ampia che guardi a tutti i livelli di governance».

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