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Urban Healt e Cavarzano * di Maria Teresa Cassol

Maria Teresa Cassol –
Consigliere comunale di Belluno del Partito Democratico

Belluno, 1 ottobre 2024 – Il Consiglio Comunale di Belluno ha approvato ieri con i voti di parte della maggioranza (tre gruppi su cinque) il documento unico di programmazione (DUP) per gli anni 2025-2027 e il rendiconto di quanto fatto fino al 30 giugno di quest’anno.
Dopo la sezione di analisi di contesto e di visione generale, Il DUP è organizzato in indirizzi strategici, che si articolano in obiettivi strategici che si articolano a loro volta in obiettivi operativi. E’ un documento di ben 299 pagine. Uno degli indirizzi è “Belluno è di tutti. Città solidale ed accessibile” che si articola in nove obiettivi strategici, il primo è “Spazi che diventano luoghi di socialità” il quale si articola in due obiettivi operativi “Nuovi luoghi di socialità” e “Urban Healt”.

Prendendo spunto dal dibattito pubblico sul quartiere di Cavarzano, partito dal taglio di alcuni alberi in diverse zone del quartiere ho presentato un’interrogazione “Taglio di alcune piante in Piazzale Vittime di Via Fani e prospettive per il centro della frazione di Cavarzano” e analizzato l’obiettivo Urban Healt.

Con il termine urban healt si fa riferimento a un orientamento strategico che promuove e supporta interventi intersettoriali per rendere le città più sane e inclusive. Lo urban healt mira, quindi, a definire azioni che possano avere un impatto positivo sulla salute dell’uomo e sulla qualità della vita, sottolineando così la forte dipendenza tra il benessere fisico, psichico e sociale e la città in cui si vive. Le città come le conosciamo oggi sono state pensate per uno stile di vita che non c’è più. Oggi le città stanno trasformando i propri spazi rendendoli sempre più accessibili e vivibili per gli abitanti. Serve un vero e proprio cambio di mentalità.

Questo in generale, e a Belluno?
Nel primo DUP di questa amministrazione le finalità e motivazioni dell’obiettivo operativo Urban Healt erano, e tali sono rimaste nel documento approvato ieri, “Attuare un cambiamento culturale finalizzato a migliorare la vivibilità della città. Ripensare la città in un’ottica a misura d’uomo.” Spiegato con “L’Amministrazione deve farsi parte attiva di un progetto di ripensamento degli spazi urbani e di cambiamento culturale finalizzato ad offrire alla cittadinanza un nuovo stile di vita attivo e più a misura d’uomo.” Ieri a quest’ultima frase è stato aggiunto “Tra le varie iniziative vi è il progetto di posizionamento di panchine nei paesi e nel centro cittadino volto a facilitare i momenti di socializzazione e di comunicazione delle attività svolte dalle associazioni del sociale”.
Cosa è stato fatto fino ad ora? Nello stato di attuazione del programma approvato ieri non è descritta alcuna attività fatta e si dice che le azioni e le attività sono state programmate per il secondo semestre 2024, immagino il riferimento sia alle panchine.
In compenso ieri un consigliere di maggioranza ha definito “storico” l’intervento di rifacimento della segnaletica orizzontale nel piazzale Vittime di via Fani. E l’assessore Roccon nella risposta alla mia interrogazione, non ha mancato a far riferimento nella sua risposta a una non meglio precisata “Associazione privata che si ritiene detentrice della verità e delle soluzioni…” precisando che le piante tagliate non verranno ripiantate e che le poche di disponibilità di bilancio non consentono di stendere un progetto complessivo di riqualificazione dell’intera area e nelle due piazze. Ha poi anticipato che ci saranno ulteriori non meglio precisati interventi sugli alberi del piazzale Monte Schiara.

E dove sono le azioni per il cambiamento culturale se una associazione che si muove in questo senso viene pubblicamente dileggiata? E che ne è della progettazione partecipata? E dei concorsi di idee?
Questo obiettivo strategico è una scatola vuota. E non solo per Cavarzano.
Io abito a Cavarzano e l’unica cosa concreta che collego al concetto di Urban Healt è il pedibus che vedo passare ogni mattina…adesso aspetto almeno le panchine.
A scrivere qualche frase roboante sono capaci tutti. Andrà bene in campagna elettorale ma quando si governa bisogna tradurre i buoni propositi in fatti o almeno in programmi/progetti definiti, magari da lasciare alla prossima amministrazione.
Propongo dei semplici spunti, non in ordine di importanza:
completare l’alberatura di via Pagani Cesa e darle continuità alberando e attrezzando con panchine il viale di accesso alla casa di riposo; delimitare nel prato della casa di riposo un’area per la sgambata dei cani; pubblicizzare e rendere facilmente prenotabile ed utilizzabile la sala conferenze della casa di riposo; nel piazzale Vittime di via Fani, una delle tre file alberate con in tagli negli anni e gli ultimi del mese scorso è sparita del tutto: completare le altre due file alberate più lontane dal caseggiato ripiantando tre alberi e posizionare dei porta bici; indire un concorso tra le classi per il ripensamento delle due piazze da esporre e far votare dai cittadini; coordinare con Fiab una proposta per diffondere l’uso della bicicletta; dare una accelerata al piano del verde anche coinvolgendo associazioni ed esperti interessati e competenti in materia; nella rinnovata scuola Romolo Dal Mas pensare di aprire una parte del giardino in orari da definire come parco giochi/zona verde per la frazione e nello stesso modo concordare con la scuola un uso anche pubblico della palestra e alcune aule attrezzate in orario non scolastico; valutare se spostare il mercato della frutta nel piazzale Vittime di via Fani; posizionare alcune panchine nelle due piazze in zone non a parcheggio; promuovere le comunità energetiche anche con le strutture pubbliche della zona…

Maria Teresa Cassol

consigliera comunale

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