«La Fiera di Longarone rappresenta un patrimonio per l’intera provincia, una piattaforma a servizio delle imprese e un’azienda strategica per l’economia e il turismo. Spiace che non tutti l’abbiano capito allo stesso modo». Lo dice il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, all’indomani del voto del consiglio provinciale per la ricapitalizzazione della società. Un voto che ha visto l’astensione dei tre consiglieri del gruppo Futura Centrosinistra Bellunese.
«La consigliera Manushi ha motivato in aula e poi anche sulla stampa che i tre consiglieri si astenevano perché non avevano avuto accesso al business plan e ai dati di analisi della Fiera. Ho voluto fare un controllo questa mattina e dagli uffici provinciali ho avuto la conferma che tutti i consiglieri hanno ricevuto in data 19 settembre il business plan asseverato che invece durante la seduta di consiglio è stato indicato dai consiglieri di Futura come documento mancante. Inoltre nei termini previsti dal regolamento sono stati trasmessi tutti gli atti e il 17 settembre il tema è stato illustrato alla commissione consiliare unica, composta da tutti i consiglieri provinciali».
«È per questo che mi rammarica molto il voto di astensione di Futura, motivato con la presunta e pretestuosa carenza di informazioni, quasi a colpevolizzare i nostri uffici, che invece lavorano con grande professionalità, competenza e precisione. In democrazia tutte le idee sono ammesse, anche quella di non voler rilanciare la Fiera. Ma non riesco a comprendere questa astensione – e mi dispiace – giustificata con una carenza di informazioni che invece sono state ampiamente date. Non la comprendo tanto più a fronte di una premessa da parte della consigliera Manushi che ha espresso a parole grande volontà di aiutare il rilancio della Fiera. Del resto, non comprendo l’atteggiamento spesso pretestuoso di Futura, ma lo ripeto: in democrazia tutte le idee sono ammesse».