Lunedì nel Comune di Valbrenta si è svolto il secondo dibattito pubblico con mediatore del ministero.
Il primo ad avere la parola è stato il sindaco di Valbrenta, affermando di non essere un tecnico, ma di essere preoccupato per la sicurezza del proprio Comune in caso di eventi estremi come Vaia, facendo intendere che un bacino di laminazione sarebbe utile a salvaguardare il territorio. A parte questo intervento che comunque, per stessa voce dell’amministratore, non era di favore all’opera ma di vaglio delle possibilità, tutti gli altri interventi sono stati di contrarietà, da quello di Vaccari, amministratore unico Veneto acque, ai rappresentanti delle associazioni di Bassano che hanno espresso grande solidarietà alle nostre terre. Il giorno prima abbiamo ascoltato le parole del presidente della Regione del Veneto Zaia e ieri quelle dell’assessore regionale Bottacin, il quale dice che da Roma sono arrivati i soldi solo per finanziare il progetto e non l’opera intera e questo dovrebbe tranquillizzarci.
Come Comitato apprezziamo che il presidente della regione e l’assessore alla sicurezza prendano sempre più le distanze dal Consorzio, ma implicitamente ci stanno dicendo che la progettazione va avanti e per noi non è certo una buona notizia. Ci auguriamo per tanto che in Regione, dopo l’errore madornale di un voto all’unanimità di favore all’opera (ad eccezione della consigliera Guarda che non ha votato) del 2022, ci sia oggi una delibera all’ unanimità di contrarietà. Quale migliore segnale di vero ascolto della Provincia di Belluno e di quella di Trento, oltre a quella dei cittadini che attendono da tempo il rigetto di quest’opera, oltre a soluzioni applicabili, sostenibili e più veloci (tutti scordano che per la costruzione di una diga in Val Cortella ci vorrebbero almeno 10 anni) al cambiamento climatico.
Riconoscere i propri errori e ripartire con una visione più ampia dei problemi sarebbe l’unica strada utile e percorribile per tutti. A volte miracolosamente accade: a soccorso del sindaco di Valbrenta è già arrivato il finanziamento dello sghiaiamento del lago del Corlo (107 milioni), quindi la diga del Vanoi come laminazione non serve.
Michele Facen – Comitato per la difesa del Torrente Vanoi