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martedì, Settembre 10, 2024
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Fondazione Teatri: quale statuto per quale progetto? Situazione carceri

Gruppo Insieme per Belluno
Gruppo Insieme per Belluno Bene Comune

Il Gruppo consiliare di Insieme per Belluno Bene Comune interviene su due temi caldi d’attualità

Qualche giorno fa avevamo dato notizia delle dimissioni poi ritirate del presidente della Fondazione Teatri delle Dolomiti. E successivamente la volontà dell’amministrazione comunale di modificare lo statuto della Fondazione. Avevamo anche pubblicato i  compensi degli amministratori del Comune di Belluno a seguito degli aumenti di quest’anno e la gratuità dell’incarico del presidente della Fondazione Teatri. E’ evidente che le questioni sono strettamente legate e che c’è del fermento con l’obiettivo di trasformare la Fondazione in una partecipata del Comune che potrà erogare compensi.

Lucia Olivotto, dottore commercialista, consigliere di minoranza del Gruppo Insieme per Belluno bene comune, già vicesindaco

Ebbene, sul tema ha posto il quesito il Gruppo di minoranza Insieme per Belluno Bene Comune con la capogruppo Lucia Olivotto, che in merito alla ventilata modifica dello statuto della Fondazione Teatri ha parlato di un vero e proprio sfregio. Infatti, nell’ultimo Consiglio Comunale del 30 luglio ad una sua precisa domanda in merito alla Fondazione il sindaco De Pellegrin aveva dato la consueta risposta scritta preconfezionata in cui non è neppure entrato nel merito. Mentre si appreso solo dalla stampa che il giorno seguente 1° agosto la sua giunta ha avviato la modifica statutaria dando l’incarico a un tecnico senza aver mai discusso né in Consiglio né in Commissione Terza il mandato politico su cui il tecnico dovrà formulare la sua proposta di modifica.

Marco Perale, giornalista, storico, già assessore alla Cultura del Comune di Belluno

Il consigliere Marco Perale ha ricordato passo dopo passo la storia delle Fondazione, nata nel 2005 avendo come soci fondatori i Comuni di Belluno e Feltre, l’Amministrazione Provinciale e la Fondazione Cariverona, poi uscita nel 2011 in quanto aveva dichiarato l’inopportunità di sedere nel Cda di un Ente finanziato dalla stessa Fondazione Cariverona. Negli anni, a seconda del colore politico delle diverse amministrazioni succedutesi a Palazzo Rosso, è entrata e rapidamente uscita anche la Regione, mentre si sono ritirate dalla partecipazione le amministrazioni di Feltre e della Provincia.

Francesco Rasera Berna, avvocato, già presidente del consiglio comunale

Il consigliere Francesco Rasera Berna ha sottolineato la scorrettezza procedurale di affidare un incarico tanto delicato senza passare prima dal Consiglio Comunale (che comunque deve fornire gli indirizzi in materia di società e fondazioni), in Commissione o almeno in Conferenza dei Capigruppo, così che fosse chiaro – e pubblico! – il mandato politico che l’amministrazione comunale ha conferito al tecnico e che resta del tutto generico anche nella delibera di giunta. E invece continua la paura del confronto, tenendo il Consiglio all’oscuro di tutto, salvo poi leggere sulla stampa decisioni e scelte già prese.

Marco Perale ha ricordato, inoltre, che secondo lo statuto vigente, all’art. 12, è solo l’attuale Cda in carica che può proporre di modificare lo statuto della Fondazione Teatri. Sempre che qualcuno lo abbia letto.

In chiusura, la capogruppo di Insieme per Belluno Bene Comune, Lucia Olivotto, ha comunicato che, alla luce della dichiarazione espressa in Consiglio dal sindaco De Pellegrin che ha spiegato l’urgenza della modifica statutaria in quanto “richiesta da Fondazione Cariverona”, il Gruppo IPBBC non avendo avuto alcuna risposta dal sindaco, scriverà direttamente ai vertici di Fondazione Cariverona per conoscere se e cosa abbiano chiesto o suggerito al Comune di Belluno.

Casa circondariale di Belluno

E’ stato affrontato, inoltre, il tema delle carceri. E la crescente inquietudine che anche a Belluno, come nel resto d’Italia, sta crescendo. La capogruppo Olivotto ha comunicato che chiederà al sindaco se e come si sia mosso per verificare le condizioni di vita nella Casa Circondariale di Baldenich, che ricadono tanto sulla popolazione carceraria quanto sugli operatori della Polizia Penitenziaria e se abbia conoscenza delle eventuali azioni prodotte dalla Garante dei Detenuti appena riconfermata nel suo incarico dalla maggioranza.

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