Lamon 8 agosto 2024 – Una mattinata da ricordare, quella vissuta dagli attivisti del Comitato Vanoi che in piazza di Lamon hanno raccolto le firme per opporsi alla realizzazione della diga sul torrente Vanoi.
“Il paese si è trasformato in una piccola Atene. I cittadini si sono fatti avanti compostamente e chi non era informato ha ascoltato le nostre motivazioni e poi ha deciso di firmare. – fa sapere Michele Facen del Comitato Vanoi – Sempre più gente capisce che la questione diga è stata imposta dall’alto, senza nessuna consultazione del territorio e dei suoi amministratori.
Che il progetto è stato tenuto nascosto alla provincia di Belluno e di Trento per molto tempo.
Che 20 milioni di metri cubi d’acqua sono un bacino di una mega opera incastrata in una valle geologicamente molto fragile (gli scettici guardino cosa scrive Dal Puos su questa diga) e cambierebbe irreversibilmente il clima.
Che le alternative per fornire acqua alla pianura ci sono e molto meno costose.
I Lamonesi – prosegue Michele Facen – firmano speranzosi che il progetto trovi la sua tomba come già avvenuto e che non venga più dissotterrato.
Che la politica veneta non dica sui giornali che la diga è pericolosa e poi in Consiglio regionale la maggioranza affermi che la diga Vanoi è strategica per la pianura e che gli abitanti delle zone alte sono degli egoisti.
In questo paese, povero di risorse, dove il volontariato cerca faticosamente di accogliere turisti affascinati da un territorio magico con territori miracolosamente integri e selvaggi (andate a visitare i Bellotti e chiedetevi cosa ne sarà se vi passeranno sotto le ruspe per costruire un murazzo di 100 metri!), facendo del turismo diffuso e naturale una piccola opportunità di riscatto, la diga sarebbe uno scempio che i lamonesi non vogliono e lo stanno mettendo per iscritto.
Ad oggi – conclude Michele Facen – quasi mille persone hanno firmato la nostra petizione tra Valle del Primiero, Sovramonte e Feltrino, dopo soli sei giorni”.