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martedì, Settembre 10, 2024
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Il patrimonio linguistico e culturale ladino diventa digitale, online il progetto “Filò Ladin”

Oltre 70 parole per raccontare tradizioni, lavori, luoghi e storia

Quale parte della casa arieggia una barconela? Che cosa gira sulla ruota chiamata corletu? Chi fa piodech per la comunità?

Questi, e decine di altri, i patrimoni linguistici e culturali ladini che sono stati digitalizzati dal Museo Dolom per essere raccontati in un filò digitale. Si chiama proprio Filò Ladin il progetto al quale hanno partecipato 13 tra musei, unioni ladine e istituzioni del territorio, grazie al sostegno della Provincia di Belluno.

IL PROGETTO

Sul sito https://museodolom.it/filo-ladin/ sono ora presenti più di 70 parole ladine che raccontano tradizioni, lavori, piatti, luoghi, abitazioni e persino eventi atmosferici che caratterizzano o hanno caratterizzato le vallate dell’Alto Bellunese. Filò Ladin è anche racconto social sulle pagine Facebook e Instagram del museo.

«La vera ricchezza di Filò Ladin risiede nella preservazione e diffusione di una lingua che altrimenti rischierebbe di scomparire, insieme alla grande varietà, ma allo stesso tempo unità, di termini che comprende» spiegano Fabiana Fazzi, Giacomo Pompanin e Claudia Meneghetti, responsabili del progetto.

L’idea prende il nome dal termine filò, che indicava il momento della giornata in cui la comunità si riuniva attorno al larìn per condividere storie ed esperienze. Questo spazio digitale, costruito insieme alle realtà partecipanti attraverso incontri di co-progettazione online tra gli ultimi mesi del 2023 e i primi del 2024, intende riflettere tale atmosfera di condivisione. Gli incontri sono serviti per identificare e raccogliere parole ladine provenienti dalle diverse vallate, con l’obiettivo di preservare e promuovere il patrimonio linguistico e culturale.

«Grazie al confronto – raccontano i 13 soggetti partecipanti al progetto – abbiamo potuto mettere in evidenza le caratteristiche uniche delle nostre vallate, elementi che dovrebbero essere tramandati anche alle nuove generazioni per mantenere vive tradizioni e consuetudini, e far rivivere il passato attraverso l’uso della lingua ladina scritta e parlata. L’impiego di strumenti come la piattaforma digitale amplificherà la promozione della lingua e della cultura ladina, permettendo di esplorare gli aspetti che si celano dietro a questa: la sua storia, i valori della popolazione della montagna bellunese e la divulgazione pratica delle modalità di scrittura e parlata ladina».

Il progetto si è sviluppato nel quadro della legge 482/1999 (“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”) che finanzia specifici filoni di intervento, tra cui attività di promozione culturale.

«Le parole danno forma al pensiero e sono la rappresentazione che diamo delle cose e del mondo in cui viviamo. Questo vale a maggior ragione per il ladino, lingua che ha cristallizzato un passato e una tradizione» commenta il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «L’operazione di Filò Ladin quindi non è semplice nostalgia bensì conservazione, fissaggio sulla linea del tempo di un pezzo del nostro carattere e dell’essere bellunesi. È un pezzo della nostra identità che viene conservato e preservato. E grazie a questo strumento viene raccontato anche a chi il ladino non lo conosce, a chi lo sta apprendendo e a chi vuole approcciarsi a questo patrimonio linguistico e culturale».

 

Hanno partecipato al progetto Filò-Ladin

Comune di Val di Zoldo

Museo del Ferro e del Chiodo

Museo etnografico di Goima

Museo Albino Luciani

Ecomuseo Valle del Biois

Union Ladina Val Biois

MUSLA-Moviment de Union e Sensibilisazion Linguistica del Agordin

Museo geologico di Agordo

Union Ladign da Selva

Museo del Seggiolaio Gosaldo

Union Ladina del Cadore de Medo

Magnifica Comunità di Cadore

Algudnei – Spazi per la cultura ladina del Comelico

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