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Nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio. Il Governo Meloni ignora le Regioni

Daniele Trabucco, costituzionalista

Il Governo della Repubblica, con il decreto/legge 19 settembre 2023, n. 124, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 219 del 19/09/2023, ha previsto, nella disposizione normativa di cui all’art. 21, comma 2, la possibilità di istituire nel territorio nazionale nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio (i cosiddetti CPR). È necessario un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Interno e della Difesa di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze: l’atto formalmente amministrativo ma sostanzialmente normativo deve valorizzare, in primo luogo, i beni immobili già esistenti.

Tuttavia, dalla lettura del testo emerge la totale assenza delle Regioni sia ordinarie, sia speciali, alle quali il decreto/legge n. 124/2023 preclude qualsiasi possibilità di intervento, anche di natura consultiva, nella individuazione delle aeree destinate alla costruzione dei nuovi Centri per il rimpatrio.

In questo modo, l’Esecutivo guidato dall’On. Giorgia Meloni, in totale spregio del principio di leale collaborazione, cala “dall’alto” una decisione, con inevitabili ricadute sui territori, senza minimamente sentire il punto di vista dei Presidenti delle Giunte regionali in sede di Conferenza Stato/Regioni/Province autonome di Trento e Bolzano/Bozen. È vero, da un lato, che la pessima riforma del Titolo V della Costituzione avvenuta nel 2001 è “monca” sotto il profilo del raccordo interistituzionale (cui non intende porre rimedio neppure la discutibilissima proposta del “premierato all’italiana” fortemente voluta da Fratelli d’Italia), ma è anche vero, dall’altro, che da principio metodologico la leale collaborazione è divenuta principio sostanziale “immanente” al sistema dei rapporti e delle relazioni tra Stato e Regioni e che la Corte costituzionale ha assunto a vero e proprio “parametro di costituzionalità” (cfr. sent. n. 217/2020 Corte cost.).

Daniele Trabucco

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