A cavallo dell’anno, le statistiche sulla demografia d’impresa sono condizionate dalla prevalenza delle pratiche di cessazione. Questo fenomeno amministrativo suggerisce di considerare esclusivamente le variazioni tendenziali annue, che mettono a confronto gli stock contabilizzati al 31 marzo 2023 con quelli di 12 mesi prima.
Trovano conferma, in questo modo, alcune delle tendenze già evidenziate nei precedenti report, con qualche elemento di novità.
A livello generale, a Treviso continuano a crescere sia le sedi d’impresa (+85) sia le unità locali dipendenti (+304). Ma, se per queste ultime l’intensità della crescita è analoga allo scorso anno, per le sedi l’aumento tendenziale risulta in significativo rallentamento: era infatti di +554 unità lo scorso anno.
In provincia Belluno si osservano dinamiche opposte su base annua per le due componenti, sedi d’impresa ed unità locali dipendenti. Rispetto a marzo 2022 le sedi d’impresa scendono di -68 unità, con un’inversione di segno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando la dinamica era lievemente positiva (+9). La flessione negli ultimi dodici mesi delle sedi d’impresa è compensata dall’analogo aumento delle unità/filiali dipendenti (+72), ma l’intensità della crescita, lo scorso anno, era quasi doppia e pari a +130 unità.
La dinamica delle sedi d’impresa è condizionata dal commercio al dettaglio, che rispetto a marzo 2022, perde -69 sedi (un anno fa si contavano -19 sedi su base annua). Il confronto con il primo trimestre 2022 vede in particolare una diminuzione della consistenza dei minimercati, ma anche degli esercizi specializzati nella vendita di prodotti alimentari e degli esercizi specializzati nella vendita di prodotti non alimentari.
Altre tendenze osservabili dai dati del primo trimestre possono essere così riassunte:
si accentua la flessione delle attività legate alla ristorazione (-16 sedi rispetto a marzo 2022, e -7 era il risultato nell’anno precedente). Stabili nell’ultimo anno le unità locali dipendenti, a fronte di una crescita di +17 unità lo scorso anno;
il manifatturiero perde 10 sedi rispetto a marzo 2022, ma se ne contabilizzavano 36 in meno nell’analogo periodo dello scorso anno. La flessione, nell’ultimo anno riguarda in particolare la metalmeccanica e l’occhialeria. Aumentano, invece le unità locali dipendenti (+18 rispetto a marzo 2022);
in lieve flessione l’agricoltura (-8 sedi) ed i servizi di lavanderia e di parrucchieri e centri estetici ricompresi negli altri servizi alle persone, per i quali si contabilizzano -6 sedi, compensate da analogo incremento delle unità locali dipendenti;
sostanzialmente stabile il comparto edile (+2 sedi su base annua), ma la componente artigiana perde 23 imprese nell’ultimo anno;
rallenta la crescita delle attività immobiliari (+9 sedi nell’ultimo anno, contro +32 nel confronto marzo 2022 su marzo 2021)
continuano ad aumentare i servizi legati all’ospitalità. Si contano, rispetto a marzo 2022, +25 attività di alloggio, equamente distribuite fra sedi ed unità locali dipendenti;
crescono le attività professionali scientifiche e tecniche (+11 sedi, che si aggiungono alle +16 dello scorso anno).
Al 31 marzo 2023 le sedi d’impresa attive in provincia di Belluno sono 13.671 a cui si aggiungono 4.555 unità locali dipendenti. L’insieme delle imprese artigiane è composto da 4.595 unità: perde 29 aziende rispetto a marzo 2022 (-48 l’anno precedente).
Il commento del presidente Mario Pozza
I dati della demografia d’impresa di marzo 2023 offrono tendenze già osservate anche negli scorsi monitoraggi – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza – Si accentua la contrazione del commercio al dettaglio, sia a Treviso (quasi 140 imprese in meno nell’ultimo anno), sia a Belluno (quasi 70 in meno). Ma se a Treviso a soffrire è in particolare la componente degli esercizi specializzati nella vendita di beni non alimentari ed il commercio ambulante, a Belluno la diminuzione è più diffusa settorialmente e riguarda sia i minimercati, sia i negozi specializzati nella vendita di prodotti alimentari, che quelli specializzati nel non alimentare.
Come più volte sottolineato, ritengo che questa flessione del commercio meriti di essere approfondita – prosegue il Presidente – anche considerando il fatto che in questo settore troviamo attività che, in particolari contesti territoriali svolgono una funzione di presidio sociale delle comunità. Su questo tema, siamo pronti a passare ad analisi più sul campo per capire come andare a sostenere, in concreto, questi presidi.
Se il commercio al dettaglio spiega la maggior parte della flessione delle imprese nel bel-lunese, – continua Pozza – nella provincia trevigiana concorrono invece altri fattori, che rappresentano degli elementi di novità rispetto agli scorsi monitoraggi. Dai dati di marzo si osserva in particolare che rallenta la crescita dell’edilizia (si passa da + 250 imprese a +160 imprese su base annua con l’ultima rilevazione) e si inverte, sempre negli ultimi do-dici mesi, la tendenza in agricoltura (da +30 imprese a -130 imprese). A diminuire sono in particolare le attività legate alle filiere del latte e dei cereali, sulla scia di una tendenza ormai storica in provincia che spinge alla chiusura le attività più piccole, con processi di accorpamento dei fondi (non diminuisce la superficie agricola utilizzata) che favoriscono una dimensione d’impresa più adatta a sostenere le attuali esigenze del mercato.