Cari cittadini tutti, buon 25 aprile.
Oggi si festeggia il 78esimo anniversario della liberazione del nostro Paese dal governo fascista e dall’occupazione nazista, si festeggiano l’impegno e il sacrificio di migliaia di cittadini che hanno preso parte alla Resistenza strappando di fatto la propria libertà dalle mani di un regime che la teneva in ostaggio.
Vorrei fare due riflessioni, oggi, brevi.
La prima è sul valore, sul concetto profondo del termine libertà e su quanto sia fortemente collegato ai concetti di democrazia e comunità.
E’ del filosofo Sartre una frase che io credo riassuma bene tutta la complessità di questo concetto: “L’uomo è condannato ad essere libero”, ha detto.
Condannato. La libertà strappata pezzo dopo pezzo con il sacrificio della propria vita da donne e uomini partigiani, pagata con il sangue, la libertà pietra miliare della nostra costituzione e fondativa dell’identità delle nostre comunità, come può essere una condanna?
Lo è nel momento in cui la si considera una cosa davvero seria e si fa interamente nostro il suo significato, con tutti i doveri e le responsabilità che trascina con sé.
La libertà non è assenza totale di regole e pieno potere di fare ciò che si desidera senza alcun limite.
Questo renderebbe difficile la convivenza, perché una società per garantire il rispetto di tutti e l’uguaglianza deve basarsi sul rispetto di regole che sanciscono diritti e doveri. Al contrario, si rischia la prevaricazione del più forte. E allora non è più libertà ma dittatura. L’eccesso di libertà, il suo estremismo diventa negazione di essa e scivola nel suo opposto.
La libertà senza impedimenti diventa dittatura, annulla il vivere civile tra le persone e annulla il concetto stesso di desiderio.
Per questo possiamo dire che la nostra libertà di singole persone non esiste al di fuori di un sistema sociale, di un gruppo di appartenenza e di regole precise. E’ la comunità, il nostro vivere insieme, a dare valore alla nostra libertà e a rendere le nostre scelte importanti per la vita nostra e degli altri.
Per questo libertà e comunità sono strettamente legati tra loro. Non c’è libertà dove non c’è comunità. Il mio augurio, oggi, è di riuscire sempre a sentirci liberi, liberi di scegliere nel rispetto nostro e degli altri all’interno di una comunità che le nostre scelte, proprio perché siamo in democrazia, le rispetta.
Non dobbiamo mai dare per scontata questa libertà, la storia ci insegna che non è sempre stato così.
Infine un passaggio sul tema della conquista di questa libertà che non voglio intendere, in quel 25 aprile del 1945, come concessione delle forze alleate quanto come conquista faticosa, sudata, sofferta di una comunità che con la lotta dal basso di uomini e donne coraggiosi ha scritto la storia morale del nostro Paese e dato concretezza a quel desiderio innato, profondo, fondativo, di libertà. Oggi i nostri diritti fondamentali non sono messi in discussione, la nostra costituzione ci permette di esercitare liberamente le nostre idee, di manifestare, di esprimerci senza il timore di repressioni o, peggio, della morte.
La costituzione sancisce l’uguaglianza e l’integrazione di tutti. Nondimeno questi valori li dobbiamo difendere e non considerarli come qualcosa di conquistato una volta per sempre, di scontato.
La lotta per l’affermazione della libertà e dell’uguaglianza è parte della nostra identità di popolo italiano, è la base morale della nostra democrazia e va ricordata, tutelata, raccontata e tramandata perché una comunità vive e si nutre anche della propria storia e dell’esempio di chi si è speso per proteggerne i valori e la stessa esistenza.