E’ più che soddisfacente il bilancio della mostra “Mattotti & Buzzati. La famosa invasione degli orsi in Sicilia” allestita a Palazzo Fulcis dal 17 dicembre 2022 al 10 aprile 2023. In poco meno di quattro mesi, infatti, gli ingressi sono stati quasi 3500 e i 500 cataloghi stampati sono andati esauriti.
“La mostra è stata un buon successo – commenta l’assessore alla cultura, Raffaele Addamiano – e ne sono, anche da privato cittadino, molto orgoglioso. Si è offerto alla cittadinanza e ai visitatori arrivati da fuori provincia un prodotto culturale di alta qualità rendendo concreta, anche a livello metaforico, quella primavera che stiamo vivendo, una primavera della cultura. La proposta ha seguito una logica intergenerazionale, coinvolgendo molto gli studenti delle scuole e proponendo, anche, momenti di approfondimento scientifico e artistico. Sottolineerei poi l’aspetto educativo, molto importante in un momento in cui tutti noi abbiamo bisogno e fame di cultura: le illustrazioni ci hanno spinti a riflettere sul rapporto tra uomo e natura, io credo, e su quello tra il mondo dei giovani e quello degli adulti”.
In particolare, i visitatori singoli sono stati 2344, gli studenti delle scuole 615 divisi in 23 istituti e i gruppi 29 per complessive 397 persone. I partecipanti ai laboratori tenuti dall’illustratrice bellunese Marta Farina, infine, 132. Dal conteggio sono esclusi quei laboratori, quei gruppi e quegli eventi che non coinvolgevano direttamente la mostra.
“Nel complesso sono risultati molto buoni – commenta il conservatore dei musei civici di Belluno, Carlo Cavalli -, che confermano il trend di crescita post-pandemia iniziato già lo scorso anno con le mostre “Augusto Murer. Alle origini della scultura” e “Dino Buzzati. Dentro la creazione”. Al di là dei numeri, il progetto ha consentito di portare a Belluno un illustratore e artista di fama internazionale, di allargare il pubblico del museo civico a visitatori con interessi diversi, in particolare coinvolgendo giovani e giovani-adulti”. Non solo, la proposta ha richiamato parecchio pubblico da fuori provincia e ha consentito al Museo di riprendere quel contatto con le famiglie e con le scuole interrotto di necessità a causa della pandemia.