Belluno, 16 aprile 2023 – Paura sanitaria. Paura bellica. Politica della paura. E’ ciò che serve per poter governare. Parte da lontano, dal 700 d.C., a raccontare della Russia, un territorio esteso, con pochi centri abitati, popolato da 51 etnie con il cuore a Kiev, il professor Lorenzo Pacini, docente di Filosofia politica all’Università Lorenzo de’ Medici di Firenze, docente all’Unidolomiti di Belluno e alla Libera Accademia degli studi di Bellinzona, oltre che direttore editoriale di ideazione.com.
Il docente ha replicato oggi pomeriggio la conferenza tenuta ieri sera ad Agordo, dal titolo “Russia-Ucraina, dialoghi di geopolitica”, promosso dall’Associazione ContiamoCi.
La Nato (North Atlantic Treaty Organization) – ha detto – nasce nel 1949 con il preciso obbiettivo di sconfiggere il comunismo. In Italia vi sono 118 basi Nato che ci costano circa 60 milioni di euro al giorno, ha detto il professor Pacini, sottolineando altresì, che la Russia non ha mai combattuto guerre di espansione dei propri territori, già vasti. Il professor Pacini attribuisce a Halford John Mackinder (Gainsborough, 15 febbraio 1861 – Bournemouth, 6 marzo 1947) uno dei padri della geopolitica, la nascita dell’interesse americano per l’Ucraina. E’ Mackinder, infatti, a formulare la teoria geopolitica dell’Heartland (Terra-Cuore), ossia quell’area geografica corrispondente all’Ucraina il cui controllo avrebbe consentito di dominare l’intero mondo. Da quel momento, secondo il docente, la missione degli Usa è quella di conquistare il cuore, ovvero l’Ucraina. Per farlo gli Usa hanno scatenato un’ottantina di guerre nel ‘900.
Ma come siamo arrivati alla guerra Russia-Ucraina di oggi? All’inizio c’è una forte propaganda antirussa. Il 2 maggio del 2014 avviene l’attentato finanziato dai servizi americani alla Casa dei sindacati di Odessa. Nell’incendio muoiono 42 filorussi e persone che si trovavano fortuitamente nell’edificio. Comincia da lì la persecuzione dei russi che fuggono verso il Donbass. Inoltre, secondo il professor Pacini, sono stati violati i due trattati di Minsk del 2014 e 2015 che prevedevano che l’Ucraina cessasse i bombardamenti nel Donbass. Da qui la risposta di Putin che nel febbraio 2022 riconoscerà l’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, poi ratificata da alcuni stati membri delle Nazioni Unite, e che quindi, secondo il diritto internazionale, viene legittimata l’indipendenza. Insomma, un racconto fluente di quasi due ore sostenuto da fatti storici che fanno riflettere sulla questione del conflitto Russia-Ucraina. Con la maggioranza del popolo italiano contrario alla guerra e all’invio di armi all’Ucraina, e i parlamentari, che dovrebbero rappresentare il popolo sovrano, che in questo caso rappresentano solo la Nato, con sullo sfondo un’Italia al quarto posto nella classifica internazionale di produttori di armi.
Come diceva Alberto Sordi nel celebre film Finché c’è guerra c’è speranza.
(rdn)