“Quot homines, tot sententiae”, “Quante teste tanti pareri”. Dopo Terenzio, con molte varianti, questo concetto è stato espresso nelle più diverse occasioni. E’ logico che sia così ma non è logico che nelle Scienze prevalgano le opinioni. E di fatto accade quando alla Scienza si mescolano interessi diversi o pregiudizi consolidati nel tempo.
Lo abbiamo visto nella “Scienza” medica: lo abbiamo visto nei vaccini. Il capo dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco (tale Magrini), di fronte alle complicanze cardiologiche mortali delle vaccinazioni Astra Zeneca, documentate fin dal gennaio 2021, scrive la sua opinione “troppa enfasi a eventi non correlati, così si uccide questo vaccino”. Il suo compito di direttore generale (con la funzione precipua di vigilare e tutelare la salute degli Italiani) non è proprio quella di proteggere gli interessi delle case farmaceutiche né tantomeno quella di fiancheggiatore degli interessi di Astra Zeneca. Egualmente costui ha ordinato il silenzio sulle risultanze scientifiche e ha sostenuto la validità e innocuità della vaccinazione. Se, come si dice, la storia insegna, sarebbe utile una ispezione ai puff di casa sua e forse anche un procedimento penale urgente. (Non cambierebbe niente poiché sappiamo che in carcere vanno soltanto i ladri di mele e i cultori della marijuana)
“La Verita’ del 29 marzo 2023 si chiede: in questi anni di pandemia qual è stata la cosa più importante, salvare le persone o salvare il vaccino?
Opinioni mediche, trasferite anche in anatomia patologica, che negano la correlazione tra danni mortali e vaccinazioni immediatamente precedenti, in soggetti sani e spesso atleti giovanissimi, sono diventate la regola. Il dott. Valerio Petterle invece, medico legale della ULSS di Vittorio Veneto, ha pensato bene, in Scienza e Coscienza, di comunicare a “La Verità” che questa correlazione lui stesso ha potuto riscontrarla. Ed è stato immediatamente sospeso dal lavoro e dallo stipendio per due mesi. Così impara a dire la Verità a “La Verità”!
Nella storia triennale di questa cosiddetta pandemia e del vaccino, dichiarato l’unica possibile terapia, ancorché sperimentale, non abbiamo ancora sentito le risultanze cliniche delle Società Medico- Scientifiche italiane (se si esclude la Società Italiana di Medicina) né il pensiero, molto atteso, del nuovo ministro della Salute, successore dell’impagabile Speranza.
Non abbiamo sentito neppure i presidenti degli Ordini dei Medici ricordare i principi imprescindibili della nostra disciplina nel rispetto del codice deontologico per la tutela degli interessi dei Pazienti, anzi abbiamo dovuto assistere alla loro cieca obbedienza ai dictat di un laureato in scienze politiche. Stando così le cose quando i nostri Pazienti verranno per una visita medica dovranno sapere che le nostre diagnosi, e le terapie che indicheremo, avranno avuto il necessario beneplacito del ministro della Salute di turno, fosse pure professore di latino e greco.
Abbiamo accertato lo stesso assoluto silenzio delle Consulte Bioetiche, proprio nel momento in cui erano più necessarie.
Abbiamo invece sentito più volte le generose, fiorite ed eleganti espressioni di molti medici, giornalisti e intellettuali nei confronti dei No-Vax, anche quando si è sparsa la notizia che i vaccini non impediscono ai vaccinati di essere causa di contagio. Qui di seguito il link all’elenco esaminato dal sito bufale.net con conferme e smentite delle frasi pronunciate da illustri professionisti negli anni della pandemia, in cui le opinioni non hanno alcuna relazione con i fatti oppure, possiamo anche dire, in cui la Post-verità non ha voluto confrontarsi con la Verità.
Tutte suggestive e qualificanti!! Sono prevalentemente cultori della pulizia etnica, poco disponibili a valutare le ragioni di chi non la pensa come loro. In questo caso, guardando solo la TV di Stato o leggendo solo i comunicati governativi sui “giornaloni”, hanno la certezza che i vaccini guariscano, che i vaccinati non siano contagiosi e lo siano soltanto coloro che sono guariti spontaneamente e vadano in giro spargendo la “peste” di questi anni.
Non sanno di essere i protagonisti popolari de “La storia della colonna infame”
Dr Filiberto Dal Molin