Immaginate di venir investiti e che al posto di un’ambulanza per soccorrervi vi si affianchi un tizio che inizia a contare, proprio come sul ring quando uno dei due è a terra. Il tizio conta il tempo a voi concesso per rialzarvi e salvarvi; dopo di che, se tanto non avviene, vi spara.
Una vera e propria esecuzione cui rischiano di assistere i cittadini, fra questi anche i poveri turisti, nel transitare lungo le strade pubbliche. Mi riferisco alla proposta avanzata dalla Provincia di Belluno e finalizzata alla ‘risoluzione’ della problematica degli animali selvatici investiti. Tutti ricordiamo la lenta agonia cui erano stati abbandonati alcuni selvatici travolti dalle auto; fatti che avevano destato estremo orrore, anche fra i turisti, e conseguente evidenza mediatica. Tutto questo nonostante un ampio centro, preposto al recupero degli animali feriti, situato nel comune di Sedico ( BL) e che personalmente ho sempre visto vuoto nonostante, anni or sono, durante un incontro a Palazzo Piloni cui ho partecipato, volontari e veterinari avessero offerto la loro collaborazione gratuita. Nel nostro territorio, dunque, un selvatico ferito non verrà soccorso con le adeguate cure e competenze di un veterinario, unica figura in grado di valutarne lo stato di salute, ma semplicemente ucciso in luogo pubblico da un cacciatore.
Questo fatto mi addolora particolarmente dato che per esperienza diretta so che la capacità di recupero di un animale selvatico che non presenti evidenti e particolari fratture può essere imprevedibile e smentire ”i tempi ragionevoli” concessigli per rialzarsi, e salvarsi! Se si considera, inoltre , che l’art. 727 c.p. nacque quasi un secolo fa con lo scopo di tutelare la pubblica sensibilità di chi non vuole assistere a sevizie o uccisioni di animali in luogo pubblico, capiamo bene che ci stiamo involvendo. Ancora una volta, purtroppo, appare evidente che per la nostra bella Provincia l’animale selvatico costituisce una risorsa solo da morto, mi risulta che il suo corpo venga assegnato alla riserva di caccia dove è avvenuto l’incidente, e, solo nel caso che la sua carne risulti commestibile e non ‘inquinata’ da farmaci utilizzati per eventuali cure o per l’eutanasia.
Tamara Panciera – Borgo Valbelluna BL