Con il comunicato n. 2169 del 26 0ttobre 2022 la Regione Veneto ha inteso promuovere un “Turismo ecocompatibile” in Veneto con la possibilità di realizzare delle strutture in alta montagna, definite “stanze panoramiche”, in deroga all’attuale divieto di costruire sopra i 1.600 metri di altitudine. In sostanza si apre alla possibilità di edificare/collocare delle volumetrie in aree che in massima parte, per la loro delicatezza ed unicità sono state sottoposte a tutela.
La proposta, approvata dalla Giunta regionale del Veneto, è stata concretizzata nel progetto di legge n. 164 “MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 14 GIUGNO 2013, N. 11 “SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ DEL TURISMO VENETO” che è già stato approvato dalla II Commissione (Ambiente e Infrastrutture) in data 23 febbraio 2023 con un solo voto contrario. E’ previsto poi il passaggio in VI Commissione (Cultura e Turismo) per poi passare all’esame del Consiglio regionale.
“Con questa proposta di modifica normativa – dice il Presidente della Regione Luca Zaia – insistiamo nel favorire l’innovazione dell’offerta turistica in forma ecosostenibile e comunque di basso impatto, così da permetterle di intercettare la crescente domanda di turismo emozionale, ossia di quello specifico segmento del turismo che si va sempre più affermando in tutto il mondo e che risponde all’esigenza dei turisti di vivere emozioni intense e durature in un più genuino rapporto con la natura”.
“In tal senso – precisa l’Assessore al Turismo Federico Caner – è innanzitutto previsto, per favorire la diffusione territoriale di tutte le strutture ricettive in ambienti naturali, che esse, al pari di malghe, rifugi e bivacchi alpini, possano essere realizzate anche sopra il limite di 1600 metri posto dall’attuale normativa urbanistica regionale. Oltre a tale modifica generale, va poi segnalata l’introduzione di un’ulteriore tipologia di struttura ricettiva in ambienti naturali: le “stanze panoramiche”, che sono stanze di vetro e legno o altro materiale, anche innovativo, ecosostenibile o comunque di basso impatto, collocate stabilmente sul suolo, caratterizzate da un elevato rapporto tra superficie finestrata e quella del pavimento, con particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio circostante”.
Le stanze panoramiche consentono infatti al turista ospitato di osservare in modo particolarmente ampio sia il paesaggio circostante, sia il movimento degli astri nel cielo, grazie alle superfici vetrate proporzionalmente più grandi rispetto alle finestre dei normali locali di pernottamento delle altre strutture ricettive, con una più diretta immersione negli ambienti naturali in cui tali stanze sono collocate.
Con questo disegno di legge continua pertanto l’opera di perfezionamento della normativa turistica regionale, per mantenerla il più possibile allineata alle esigenze degli operatori e dei turisti, ma sempre in un’ottica di particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio.
OSSERVAZIONI
Appare evidente come questa modifica dell’articolo 27 ter sia volta alla specifica volontà di consentire agli operatori turistici di edificare al di sopra della quota fissata dei 1.600 metri dalla L.R 11/2004 e successive integrazioni, senza tener conto del fatto che, ai sensi della legge nazionale DLgs 42/2004, sovraordinata a quella regionale, tutte le aree sopra questa quota sono tutelate ope legis ai sensi dell’art.142 e dall’art. 136 in caso di aree di notevole interesse. Esistono inoltre le tutele della rete Natura 2000, delle aree SIC e di protezione speciale, del Dominio Dolomiti UNESCO, degli usi civici e regolieri. Tutti vincoli che richiedono autorizzazioni paesaggistiche e valutazioni di incidenza ambientale specifiche e obbligatorie, di cui non si fa menzione nel PDL 164, quasi fossero un pro forma dall’esito positivo dato per acquisito.
In un ambiente particolarmente delicato, caratterizzato da un paesaggio naturale formatosi nel corso di migliaia di anni, il legislatore regionale vorrebbe permettere la realizzazione di costruzioni avulse da questo contesto per permettere ad un turismo elitario di “vivere emozioni intense e durature in un più genuino rapporto con la natura”. Per soddisfare le richieste di pochi, si vuole permettere di realizzare sopra i 1600 metri di altezza, fuori quindi dai centri abitati, “le stanze panoramiche, che sono stanze di vetro e legno o altro materiale, anche innovativo, ecosostenibile o comunque di basso impatto, collocate stabilmente sul suolo, caratterizzate da un elevato rapporto tra superficie finestrata e quella del pavimento”.
Veniamo così a scoprire che per un più genuino rapporto con la natura non sono più sufficienti le esperienze di chi la montagna la vive o la frequenta con passione e rispetto, ma si devono introdurre stanze in vetro, legno o altro materiale innovativo. Solo così si potrebbero vivere emozioni intense e durature.
Poeti e scrittori che con le loro opere ci hanno raccontato le emozioni che la montagna sa suscitare senza doverla trasformare in un parco divertimenti in cui tutto è ammesso nell’interesse del turista (pagante) fanno ormai parte di un passato superato dalla ricerca di sensazioni effimere da poter ostentare.
La lettura del PDL 164, richiama all’opera letteraria “La Montagna presa in giro” pubblicata nel 1931 dal trevigiano Giuseppe Mazzotti, insigne critico d’arte, scrittore ed apprezzato saggista. Un testo storico, intramontabile, ricco di humor e arguzie, osservazioni acute e insegnamenti.
In quell’opera, Bepi Mazzotti scriveva:
“…. verrà il giorno in cui la montagna sarà ridotta a museo……speciali casette di cristallo saranno costruite sulle vette, per far provare l’emozione della vertigine”.
Dopo quasi cent’anni, in un inverosimile quanto incredibile passaggio dalla fantasia e ironia di Mazzotti alle proposte sconcertanti degli amministratori regionali, il passo è stato breve. Il PDL 164 è la prova fedele di come chi amministra la cosa pubblica non riesca ancora a rapportarsi con le più elementari norme di rispetto e conservazione dell’ambiente ed ancor più con le regole che la natura impone, alla luce degli inequivocabili e gravi segnali quotidianamente riscontrabili.
La sostenibilità non va soltanto raccontata. La sostenibilità ambientale va praticata attraverso scelte precise e coerenti. La montagna, è diventato ormai quasi retorico affermarlo, va rispettata ed il concetto di sostenibilità va potenziato e rafforzato rispetto a qualsiasi altro ambiente naturale.
Renderla fruibile ed accessibile in modo sconsiderato, senza un minimo senso di etica ambientale oppure, come recita il testo del progetto di legge, inflazionare strutture ricettive in alta montagna oltre a quelle che già sono presenti per “…. osservare in modo particolarmente ampio sia il paesaggio circostante, sia il movimento degli astri nel cielo, grazie alle superfici vetrate” conferma ancora una volta il più sconsiderato disprezzo per il fragile e delicato ambiente montano.
Chi ha proposto di autorizzare queste strutture, cosa intende definendole “ecosostenibili o comunque di basso impatto, collocate stabilmente sul suolo”? Come dovrebbero essere vincolate al terreno queste strutture? Come si potrebbero raggiungere? Quali le prescrizioni di sicurezza? Se dotate di acqua corrente ed energia elettrica, come verrebbero fornite? Come dovrebbero essere realizzati gli scarichi dei servizi igienici? Quale sarebbe l’effetto dell’inquinamento luminoso che genererebbero? Quali gli impatti sulla fauna?
Non sono indicati vincoli di cubatura. Sembra piuttosto una delega in bianco per nuovi modelli di strutture alberghiere in alta quota in ambienti naturali e paesaggistici di notevole bellezza.
Siamo convinti che la montagna debba essere vissuta nella sua interezza anche se comporta lo sforzo di un nostro adattamento alle condizioni ambientali e climatiche che ci impone necessariamente. Il rispetto dell’ambiente naturale esige di accettare quanto esso offre riducendo al minimo la nostra impronta ecologica.
Per il turista che vuole vivere un’esperienza di un contato diretto con la realtà montana e l’ambiente che la caratterizza appare più opportuno promuovere il recupero delle strutture esistenti, alpeggi e bivacchi, nella loro naturalità e semplicità ben inserita nel paesaggio delle nostre montagne.
Italia Nostra Consiglio Regionale Veneto – Adriano Marchini
Gruppo Regionale CAI Veneto –Renato Frigo
WWF Veneto – Augusto De Nato
Mountain Wilderness Veneto – Adriana Giuliobello