L’obbligo vaccinale (pena l’esclusione dal lavoro e dallo stipendio per i medici, per gli operatori sanitari e per quasi tutte le categorie di professionisti e lavoratori) è stato impostato con decreto legge dal Governo Draghi il 1° aprile 2021 con scadenza il 31 dicembre 2022 ed è stato correlato col green-pass. Coloro che avevano rifiutato la vaccinazione erano quindi esclusi dalla libera circolazione in negozi, banche, teatri, stadi, luoghi di ritrovo, autobus, treni e aerei. La Corte Costituzionale nel mese di novembre 2022 ha confermato la liceità dell’obbligo e delle sue implicazioni socio economiche. Il governo Meloni fin dal 31 ottobre 2022 aveva decretato la fine dell’obbligo vaccinale al 1° novembre 2022.
La professione medica, per sua natura obbligata all’osservanza del giuramento di Ippocrate e al conseguente codice deontologico, è indipendente dalle decisioni degli organi governativi quando questi impongano regole che non rispettino le risultanze scientifiche né tantomeno la libera coscienza dei professionisti.
Malgrado ciò i presidenti di tutti gli Ordini dei Medici italiani, a cominciare dal dott. Filippo Anelli presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, hanno accettato senza discutere l’obbligo vaccinale emanato dal governo. Sarebbe stato sufficiente che, di fronte ad un imperativo governativo immorale, illecito e ingiusto, i presidenti si fossero opposti o dimessi. Avrebbero interrotto una disposizione iniqua. Ma non l’hanno fatto.
Con le continue acquisizioni scientifiche sui vaccini proposti anti Covid, ottenute con le analisi cliniche, istologiche e autoptiche, sono stati superati i molti segreti che le case farmaceutiche avevano opposto alla conoscenza dei loro prodotti. Citando la ricerca del dott. Gabriele Segalla, definita il VACCINO DI PANDORA, ho ritenuto opportuno scrivere al presidente dell’Ordine dei Medici di Belluno una lettera raccomandata per la quale non ho ricevuto alcuna risposta e di cui riporto solo alcune delle frasi più significative.
“Il dott. Gabriele Segalla, biochimico, ricercatore indipendente, specialista in chimica delle micro-emulsioni, ha scritto, pubblicato e illustrato un articolo da cui veniamo a sapere che la stessa Pfizer ha sconsigliato l’impiego del farmaco per via parenterale perché gli eccipienti e le cariche elettriche necessarie per veicolare la proteina “spike” contenuta nei nano-lipidi determinano facilmente la flocculazione e la conglutinazione del complesso farmacologico, se non viene conservato con modalità corrette e a temperature prossime a -70° centigradi.
Le conseguenze, che giustificano i multipli e complessi quadri clinico-anatomopatologici che da molti mesi affliggono più o meno gravemente i vaccinati (con un tasso di mortalità valutato a circa 1/1000) sono pervicacemente negate dalla maggior parte dei nostri colleghi. Le scrivo questa lettera perché, dopo che si è preso il diritto di sospendere dal lavoro e dallo stipendio senza motivi validi i medici contrari ai vaccini, si prenda ora il sacrosanto onere di comunicare a tutti gli iscritti all’Ordine i dati che emergono dalla relazione del dott. Gabriele Segalla e di molti altri sullo stesso argomento.
Non tanto perché io possa ritenere interessante il parere Suo e dei colleghi del Consiglio, quanto perché i molti colleghi, che non vogliono interessarsi alla realtà dei vaccini, sappiano che ormai risultanze scientifiche, degne della massima attenzione o riflessione, sono acclarate e di pubblico dominio.
E affinché ricordino che solo in questi giorni finisce il periodo della valutazione sperimentale dei vaccini (che quindi dovrebbero essere approvati solo se la sperimentazione sia stata condotta con modalità corrette) e ricordino che il Codice deontologico dei medici è ancora valido e nessuna volontà criminale è ancora riuscita a scalfirlo.”
Dott. Filiberto Dal Molin