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Borgo Valbelluna: l’Istituto Comprensivo di Mel apre gli spazi dell’edificio scolastico di Lentiai per mostre da condividere

mostra fondazione unesco borgo valbellunaUno spazio da condividere, delle mostre di cui godere e che diventano supporto ad un percorso didattico che permette ai ragazzi di affrontare trasversalmente argomenti importanti. In sintesi ciò è “Adotta una mostra” il progetto dell’Istituto Comprensivo di Mel e Lentiai, che prevede di utilizzare l’atrio “lecorbuseriano” dell’edificio che accoglie a Lentiai primaria e secondaria, perché diventi, come spiega il dirigente Umberto De Col, «uno spazio laboratorio per le competenze di cittadinanza che hanno valore sociale». La scuola così, ospitando la mostra “Le Dolomiti, Patrimonio Mondiale Unesco, fenomeni geologici e paesaggi umani” inaugura un nuovo spazio che desidera essere «uno spazio didattico innovativo nel quale scuola e territorio dialogano».
Sabato 25 marzo e primo aprile dalle 9 alle 11 (prenotazioni allo 0437/753350 Francesca), genitori e curiosi potranno visitare, guidati dai ragazzi, la mostra realizzata dalla Fondazione Unesco e coordinata nell’allestimento di Lentiai dagli insegnati di matematica e scienze, Davide Cassol, Michele Milano e Giorgio Venuto, tutti e tre geologi, che hanno proposto ai ragazzi un percorso di geologia alla scoperta dell’importanza del territorio in cui vivono.

Le Dolomiti infatti rappresentano un ambiente unico e per questo Patrimonio dell’Umanità dal 2009. Le loro origini sono lontane nel tempo e nel luogo: si sono formate, 250 milioni di anni fa, come atolli in un golfo tropicale poco profondo nella Tetide. Questa roccia sedimentaria data da accumuli di conchiglie, sabbie e coralli, per effetto del movimento delle placche terrestri ha raggiunto le latitudine odierne e a causa della collisione della placca europea con quella africana, che è alla base della orogenesi alpina, sono state spinte in superficie raggiungendo altezze superiori ai 3000 m. Fu Dèodat Dolomieu, dal quale prendono il nome, che alla fine del ‘700 ne scopre la composizione (doppio carbonato di calcio e magnesio) composizione unica che è alla base del colore per il quale sono anche chiamate Monti Pallidi e dello splendido effetto dell’enrosadira all’alba e al tramonto.

All’interno sempre di una programmazione per unità didattiche di apprendimento, a seguire e per tutto il mese di aprile gli stessi spazi scolastici, in occasione dei sessant’anni dalla tragedia che vide la morte di 2000 persone, ospiteranno una mostra dedicata al Vajont. Anche in questo caso i ragazzi non affronteranno l’argomento solo dal punto di vista geologico e storico, ma grazie alle insegnanti di lettere Cristina Canton, Francesca Criscino e Michela Dalle Sasse analizzeranno gli scritti di Tina Merlin, che inutilmente mise in guardia sul rischio che le popolazioni di Casso, Erto e Longarone stavano correndo, per poi andare in visita nei luoghi della tragedia.

 

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