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Ponte nelle Alpi. Mozione della Lega contro la direttiva europea sull’adeguamento energetico degli immobili

Paolo De Vettor

Angelo Levis

“Opponiamoci alla direttiva proposta dall’Unione Europea per l’adeguamento degli edifici alla classe energetica E entro il 2030: è un chiaro attacco all’economia e al patrimonio edilizio italiani”.

Le parole arrivano dal gruppo di opposizione di Ponte nelle Alpi, formato dai consiglieri della Lega Paolo De Vettor e Angelo Levis e dai consiglieri Sindy Bindella ed Enrico Collarin; l’appello nei giorni scorsi ha assunto la forma di una mozione depositata in Comune per essere affrontata al prossimo Consiglio comunale.

Diverse e argomentate le motivazioni portate dal gruppo di consiglieri a sostegno della netta opposizione alla direttiva imposta, secondo loro, senza tenere conto della realtà del patrimonio edilizio italiano e di quello montano in particolare. “Il patrimonio edilizio italiano, secondo lo studio condotto dal Ministero delle Finanze dalla Agenzia delle Entrate, si compone di oltre 57 milioni di unità immobiliari – spiegano nel documento -, di cui almeno 19,5 milioni sono abitazioni principali. La maggior parte degli immobili italiani ha una classe energetica di riferimento tra G e F. L’avanzamento di classe energetica richiede solitamente un taglio dei consumi di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Una serie di interventi, nonché opere di ristrutturazione e ammodernamento che necessitano di ingenti investimenti economici per il raggiungimento dei minimi previsti dalla Commissione Europea”. Alla luce di queste considerazioni, la richiesta di adeguamento arrivata dall’Europa appare al gruppo di opposizione come non realistica e non democratica, da qui la richiesta all’amministrazione Vendramini dell’assunzione di una posizione forte, a sostegno dei cittadini e dei loro diritti.

“La burocrazia europea torna a colpire il tessuto economico e patrimoniale italiano e questa volta lo fa sotto la bandiera della transizione ecologica – proseguono i consiglieri -. Il testo della direttiva, al momento ancora in fase di trattativa, prevede che entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E; successivamente, dopo altri tre anni, nel 2033, dovranno arrivare alla classe D ed essere ad emissione zero nel periodo compreso tra il 2040 e il 2050. Imporre dall’alto e in maniera indistinta l’efficientamento energetico significa gravare i cittadini di un ingiustificato esborso economico che si sommerebbe al già completo periodo di crisi derivante dal Covid e dal caro energia. Per questo impegniamo il Consiglio comunale, il sindaco e la giunta ad attivarsi presso il Governo al fine di migliorare la direttiva e di renderla compatibile con il nostro patrimonio edilizio, prevedendo anche incentivi e tempi di attuazione realistici”.

 

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