Belluno, 28 gennaio 2023 – Dopo l’esame della documentazione da parte del comando provinciale dei vigili del fuoco, il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi ha ritenuto di revocare l’ordinanza di sospensione del 18 gennaio. Pertanto il Miramonti Majestic Grand Hotel potrà proseguire la sua attività con una serie di restrizioni e con l’obbligo di regolarizzare le criticità entro 45 giorni.
Queste le prescrizioni principali disposte: taglio di 45 posti letto dei 200 totali, chiusura dell’autorimessa e la sala congressi al piano seminterrato; utilizzo parziale con 40 posti della Sala Cristallo al pianterreno; chiusura anche della biosauna, sauna finlandese, bagno turco e caminetto a legna; vigilanza sulle 24 ore di una squadra antincendio formata da vigili del fuoco liberi dal servizio senza uniformi e attrezzature ministeriali.
Tutto apposto quindi? Diciamo di sì. Ma incombe ancora il “Fattore C” come Corsini.
Matteo Corsini, infatti, l’immobiliarista romano che con le sue richieste alle autorità di verifica della sicurezza statica e del rispetto delle normative antincendio, oggi ha inoltrato una nuova segnalazione di carattere esclusivamente tecnico.
Secondo Corsini, “i lavoratori e gli ospiti dell’albergo ad oggi sono esposti nella frequentazione di luoghi ad altissimo rischio, cosiddetti ‘luoghi marci’ in un compendio immobiliare costituito da circa 500 porte di legnaccio di compensato e comunque non REI 30 e 200 infissi di legno non aderenti ad alcuna normativa antincendio, così come le moquette, i tendaggi e gli arredi, che infatti sono stati colpiti dal nuovo provvedimento e dovranno essere eliminati e sgombrati. L’hotel Miramonti Majestic appare dunque secondo quanto indicato dai vigili del fuoco di Belluno come luogo marcio di tipo 3 ad altissimo contenuto di materiale combustibile che è il propellente ideale per la propagazione degli incendi”.
Irrituale anche – secondo l’immobiliarista – la scelta di schierare una squadra antincendio formata da vigili del fuoco “in borghese, quasi dovessero eseguire attività di indagine sotto copertura, anziché quelle più idonee a fronteggiare un incendio e la contestuale evacuazione di ospiti e del personale”.
“Mi pare davvero improbabile – conclude Corsini – che dei vigili del fuoco, sebbene a titolo personale, possano effettuare attività di vigilanza rispetto al rischio di incendi, non dotati dei DPI prescritti e regolamentati per legge inoltre che non vi sia un presidio sanitario di primo soccorso, stante il fatto che in caso di incendio con la presenza di circa 12/14 tonnellate di materiale combustibile legno e stoffe si dovrebbe far fronte ad un incendio di dimensioni colossali”.