Egregio Direttore,
con queste poche righe, che non a caso ho deciso di scrivere oggi, desidero manifestare un sentimento di sconforto e costernazione riguardo la condizione della categoria dei praticanti avvocati di cui faccio parte.
Nella giornata odierna ho terminato il mio tirocinio forense e, come molti altri giovani, più di ventimila ogni anno, mi appresto alla preparazione dell’esame per l’abilitazione alla professione forense. Lasciando perdere in questa sede le critiche riguardo il carattere fortuito degli esiti di tale esame, segnalo che ad oggi non è stata ancora indicata dagli organi incaricati una data per le prove della sessione 2020/2021.
Questa mancanza, seppur dettata dalle ovvie criticità a cui è costretto il Governo, rischia di rendere ancor più lungo un sistema di accesso al lavoro “giuridico” già di per sé anacronistico per tempi e modalità.
Tra praticantato e conseguimento del titolo passano spesso più di tre anni, anni in cui si è costretti a lavorare duramente con riconoscimenti economici irrisori, anni in cui si obbligano le famiglie a sopportare costi enormi tra tasse di iscrizione, codici commentati e scuole di preparazione. Il tutto, con la beffa che, una volta ottenuto il titolo, non vi è alcuna certezza lavorativa ed economica.
Qualcuno potrebbe pensare: ma chi ve lo ha fatto fare? Non potevate scegliere un’altra carriera?
A tali domande rispondo che nella vita, spesso, ci si dimentica di essere titolari del diritto di inseguire i propri sogni, un diritto che, il più delle volte, ove non esercitato, ha conseguenze devastanti.
Pertanto, considerato che gli organi decisori hanno già espresso il loro dissenso all’applicazione di misure di carattere emergenziale per l’esame di avvocato, contrariamente a quanto disposto per l’accesso a molte altre professioni (vedasi dottore agronomo, dottore forestale, agrotecnico, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, geometra, ingegnere, perito agrario, perito industriale, psicologo, odontoiatra, farmacista, veterinario, tecnologo alimentare, dottore commercialista, esperto contabile e revisore legale), da cittadino e praticante esorto le Istituzioni a esprimere con chiarezza le proprie intenzioni sull’esame 2020, auspicando che tale stallo non si concluda con un generico rinvio all’anno 2021 infrangendo, così, qualsivoglia progetto o ambizione di noi giovani.
Lettera firmata