La depressione è una condizione medica che può influenzare negativamente i pensieri, i sentimenti, il comportamento e la salute fisica di una persona. Se non viene trattata adeguatamente, può portare a conseguenze gravi, talvolta anche pericolose per la vita e, anche in dipendenza di condizioni non strettamente legate all’individuo, persone possono essere più vulnerabili di altre allo sviluppo di questa patologia.
Si tratta in ogni caso di una condizione curabile. Esistono molti trattamenti efficaci, tra cui farmaci, gruppi di auto-aiuto e la psicoterapia, sia in presenza che nella sua versione online, offerta oggigiorno da piattaforme specializzate come Serenis, che permette di trovare lo specialista più adatto. Con il trattamento, la maggior parte delle persone può migliorare i propri sintomi e vivere una vita normale e produttiva. Questa malattia può avere un effetto profondo sulla vita di una persona, al punto da interferire con il lavoro, la scuola e le relazioni personali. In molti casi può portare la persona a ritirarsi dalla famiglia e dagli amici e a isolarsi, nei casi più estremi all’abuso di sostanze e ad altri comportamenti a rischio. Le cause di questa malattia sono complesse e variano da persona a persona. Possono essere dovute a una combinazione di fattori genetici, biologici, psicologici e ambientali. In questo articolo approfondiremo alcuni aspetti di questo disturbo.
Quanto è diffusa la depressione?
Le persone depresse sono sempre più diffuse nel nostro Paese: secondo i dati diffusi dalla Società Italiana di Psichiatria (SIP), questa patologia colpisce all’incirca il 12,5% della popolazione italiana. Secondo recenti studi, si stima che in Italia circa 7,5 milioni di persone siano depresse e questo numero è in crescita costante da anni. In totale sono 26 milioni coloro che ne hanno avuto un’esperienza diretta o indiretta.
Quali sono i tipi di depressione?
Esistono diversi tipi di depressione, ciascuno con i propri sintomi. I tipi più comuni sono il disturbo depressivo maggiore, il disturbo distimico e il disturbo bipolare.
Il primo è caratterizzato da una persistente sensazione di tristezza o di vuoto, perdita di interesse o di piacere in attività che un tempo piacevano, affaticamento, difficoltà di concentrazione, cambiamenti nell’appetito, insonnia o ipersonnia, sentimenti di inutilità o di colpa, pensieri di morte o di suicidio.
Il disturbo distimico è una forma meno grave, ma può durare a lungo (almeno due anni). Infine il disturbo bipolare è caratterizzato da periodi di tristezza alternati a periodi di mania ovvero uno stato di intensa euforia, iperattività e talvolta comportamento sconsiderato.
La depressione riguarda solo gli adulti?
Quando si parla di questa condizione, si tende a pensare che sia una cosa che riguardi solo gli adulti. In realtà, anche i bambini e gli adolescenti possono soffrirne. I sintomi della depressione in questi due gruppi di soggetti possono essere diversi da quelli degli adulti. Per questo, è importante che i genitori e gli insegnanti siano attenti ai segnali che potrebbero indicare che un ragazzo sta soffrendo di questo disturbo. Tra i sintomi troviamo: tristezza persistente o irritabilità; perdita di interesse nelle attività che prima erano divertenti; cambiamenti nell’appetito o nell’alimentazione; difficoltà a concentrarsi o a prendere decisioni; insoddisfazione e rabbia; sensazione di inutilità, colpa o di non essere all’altezza; aumento o diminuzione del sonno; aumento della sensibilità alla critica; pensieri negativi o ossessivi; pensieri di morte o suicidio.
Ma non solo: i ragazzi che ne soffrono possono avere difficoltà a scuola e nei rapporti con i coetanei. Nel medio termine c’è anche la possibilità che insorgano problemi di comportamento. Il consiglio è dunque quello di non sottovalutare mai alcun sintomo e di agire nel momento in cui c’è consapevolezza dell’insorgere del problema: gli strumenti per rendere la vita migliore esistono ed è quindi importante decidere di sfruttarli.