“La UE ha condannato da tempo l’Italia per alcuni sgravi fiscali concessi illecitamente ad alcune imprese negli anni 90. Tra queste ci sono anche alcune imprese venete che non hanno ad oggi provveduto alla restituzione di tali contributi. Il problema è serio, la multa per l’Italia è elevatissima. Approfittando dei provvedimenti anticrisi previsti da Europa e Governo, la Regione del Veneto ha trovato la sua soluzione: diamo noi i fondi a queste imprese affinché restituiscano quanto dovuto. Il fatto di non aver restituito quanto dovuto, invece che una colpa diventa un merito per ottenere risorse”.
Questa la presa di posizione dei consiglieri regionali del PD Veneto, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis, in merito al via libera del disegno di legge relativo alle misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi.
“La Giunta ha voluto istituire uno specifico regime di aiuto a favore delle imprese del vetro artistico di Murano e della pesca di Venezia e Chioggia che hanno beneficiato degli sgravi degli oneri sociali (di cui alle Leggi n. 30 del 1997 e 206 del 1995) e che non dispongono della liquidità necessaria per rimborsare l’aiuto ritenuto incompatibile. Una misura che contiene una serie di nodi, rimasti irrisolti anche dopo le modifiche emendative introdotte e che abbiamo ritenuto inaccettabili. Per questo motivo abbiamo scelto di non partecipare al voto finale”.
“Da un lato è emerso che una delle quattro aziende non esiste più ed è solo sulla carta. Quale sicurezza abbiamo – ha chiesto in aula Montanariello – che questa azienda restituisca i fondi indebitamente ricevuti attraverso questo stanziamento di risorse pubbliche? Ma soprattutto – denunciano gli esponenti dem – questo provvedimento risulta iniquo perché impedisce concretamente di partecipare al bando alle imprese che non hanno ricevuto gli sgravi o li hanno ricevuti e debitamente resi. Giunta e maggioranza hanno fatto finta di allargare la platea dei beneficiari, ma nella sostanza la norma è fatta solo per le imprese che non hanno rispettato le procedure previste dall’UE”.
I consiglieri del PD Veneto hanno quindi incalzato in aula evidenziando che “la responsabilità della Giunta nell’introdurre sostegni di questo tipo non può essere scaricata sul Consiglio. Potevano farlo direttamente da Palazzo Balbi – osserva Camani – ma evidentemente le aree di opacità su questo atto erano e sono talmente evidenti che si è preferito procedere in questo modo”.
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