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No alla nuova pista di bob a Cortina. Le osservazioni tecniche del Coordinamento associazioni ambientaliste al Commissario straordinario

Osservazioni sul progetto di fattibilità tecnica economica della nuova pista da bob che il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste dell’Alto Bellunese ha trasmesso il 12 agosto scorso al Commissario Straordinario della Società Infrastrutture Milano-Cortina 2020/26 S.p.A. con sede a Roma.
Con questo documento le Associazioni ribadiscono e motivano il proprio parere negativo all’opera e invitano a scegliere l’opzione zero, spostando lo svolgimento delle gare nella vicina pista di Igls-Innsbruck.

Al Commissario Straordinario
Società Infrastrutture Milano-Cortina 2020/26 S.p.a
v.le delle Olimpiadi, 61
00135 Roma
Oggetto: Conferenza di Servizi Preliminare ai sensi dell’art. 14 e ss. della legge
n.241/1990 – Giochi Olimpici invernali Milano Cortina 2026: esame del progetto di
fattibilità tecnica ed economica dell’intervento di riqualificazione della pista
“Eugenio Monti”, adibita alle discipline del bob, parabob, slittino e skeleton, sita in
Cortina d’Ampezzo (BL). Parere e osservazioni.
Le sottoscritte associazioni riunite nel Coordinamento delle Associazioni
Ambientaliste dell’Alto Bellunese esprimono parere negativo alla costruzione della
nuova pista da bob a Cortina delineata nel progetto di fattibilità tecnica economica
redatto dallo Studio Deyle, opzioni uno e due, oggetto della Conferenza dei servizi
preliminare tenutasi il giorno 9 giugno 2022 ed invitano a scegliere l’opzione ZERO,
spostando lo svolgimento delle gare nella vicina pista di Igls-Innsbruck.
Riteniamo infatti che la costruzione di detta pista non sia sostenibile né dal punto di
vista ambientale né da quello economico e pertanto non corrisponda ai criteri
individuati dal CIO nell’Olympic Agenda 2020 e Olympic Agenda 2020+5.
Vedasi da ultimo, oltre alle varie comunicazioni ufficiali del CIO in merito, la risposta
alle Associazioni del 18/07/22 che alleghiamo e nella quale testualmente si
ribadisce:
“La costruzione di uno sliding centre non è essenziale per le Olimpiadi.Non si
dovrebbero creare nuove strutture senza un piano ben identificato per futuri usi con
le dovute considerazioni sull’effetto ambientale.” Piano che non esiste.
In particolare, e comunque ribadendo la nostra contrarietà al progetto IN TOTO,
sottolineiamo che:
– l’area prescelta, già oggetto nella zona a monte di pesanti interventi in
occasioni dei Mondiali di Sci 2021, è in fase di rinaturalizzazione spontanea e tal
processo non va interrotto con ulteriore deforestazione (peraltro non dettagliata e
quantificata nello studio);
– l’effetto paesaggistico, sia nell’opzione uno che nell’opzione due, benché
manchino rendering ufficiali, si rivela intollerabile per Cortina. L’opzione due, che
pare quella meno impattante, prevede almeno due intersezioni aeree con
caratteristiche di ottovolante.
Pertanto, condividiamo quanto espresso dalla Soprintendenza nelle sue osservazioni
e sottolineiamo le consistenti modifiche morfologiche del terreno e del paesaggio
che l’inserimento di questa infrastruttura di notevoli dimensioni produrrà, non solo
per il tracciato (un frigorifero di 1743 metri) ma anche per tutte le infrastrutture
connesse (strada/e di servizio, accessi pedonali e carrai, nuovi edifici pari a 18.000
mc); per non parlare degli scavi in trincea, dei terrapieni che saranno realizzati e
della copertura prevista per la pista, di cui ancora non si conosce la tipologia.
– Riteniamo inoltre che l’attuale pista “Eugenio Monti” abbia un valore
memoriale e culturale importante oltre ad essere l’unico esemplare di archeologia
sportiva del bob esistente in Italia. Bene ha quindi fatto la Soprintendenza ad
attivare un procedimento di interesse culturale importante ai sensi dell’art.10
comma 3 lett.d) del DLGS 42/2004 a garanzia della tutela dell’opera. Pertanto,
l’annunciato smantellamento dell’attuale pista nell’immediato non può avvenire.
Ovviamente, ci auguriamo che il vincolo culturale sia confermato al termine dei 120
giorni previsti per la sua verifica.
– qualsiasi intervento dagli effetti energivori e climalteranti va evitato, in
particolare nell’attuale situazione che ci vede tutti impegnati a contrastare il
cambiamento climatico. A fronte di un danno così vasto e irreversibile, le eventuali
“compensazioni” previste nel Dossier di candidatura, non potranno che essere
inadeguate.
Più in dettaglio, da un punto di vista strettamente ambientale:
– Sorgente Bandion. Le analisi geotecniche, come segnalato dai residenti, non
sono state eseguite in corrispondenza o in prossimità della sorgente perenne del
Lago Bandion, piccolo specchio d’acqua che si trova a ridosso ed a valle di quella che
risulterà essere l’area di arrivo della pista stessa. Senza una analisi accurata della
portata e delle caratteristiche della sorgente e della relativa falda acquifera di
adduzione, l’insieme non indifferente dei lavori previsti, che consistono, in ordine di
distanza, nella realizzazione di strada di servizio, edificio di arrivo, tratto di pista di
decelerazione ed arrivo, ulteriore tratto di pista con curve C9 e Bandion, due tratti di
strada e due sottopassi della pista, risulta potenzialmente dannoso per la sorgente
stessa. In particolare, gli interventi relativi ai sottopassi, che dovranno rispettare le
sagome limite delle strade, ed i micropali di fondazione, necessari per sostenere le
curve in c.a. e l’edificio, non saranno di modesta profondità, trattandosi di terreno
incoerente e soggetto a lento movimento, così come tutto il versante della valle.
– Analisi floristica e piante PLUS – Una rapida analisi delle superfici interessate
dai lavori ha evidenziato la presenza di ecosistemi particolarmente significativi e
stabili, con, nella porzione a monte, un elevato grado di rinnovazione forestale,
stimabile in circa 10.000 piante/ettaro, e la presenza di uno stato di elevata
variabilità con la compresenza di tutti gli strati che contraddistinguono gli ecosistemi
più evoluti: altofusto, medio fusto, arbusti, strato erbaceo, tappezzanti, specie
rizomatose, funghi, muschi e licheni. Fra le varie specie vi sono individui di notevoli
dimensioni (specie PLUS dette anche cioce o patriarchi, di Larix decidua, destinati
evidentemente ad essere sacrificati. Non mancano Corylus avellana, Fagus sylvatica,
Sorbus aria, Fraxinus excelsior, Picea excelsa, Sambucus racemosa, Amelanchier
ovalis, Viburnum lantana, Rosacee specie plurime, Lonicere specie plurime oltre alla
sorprendente rinnovazione. Di estremo interesse un gruppo di salici di rara
dimensione ascrivibili alla specie appendiculata o caprea, per la loro altezza, fuori dal
comune, di assoluta necessaria tutela. Purtroppo, il periodo estivo non è favorevole
all’analisi floristica, che sicuramente manca nella fase di progettazione, ed è
meritevole di considerazione, vista l’ampia superficie interessata dai lavori.
Merita infine segnalare come le aree che solitamente si definiscono degradate si
stanno naturalmente riprendendo in una successione di fasi per giungere con una
certa rapidità ad una fase di stabilità (CLIMAX).
Concessione di derivazione – Per il raffreddamento dell’impianto di refrigerazione è
prevista la richiesta di concessione di derivazione d’acqua dal Torrente Boite. In
conseguenza dei mutamenti climatici e della conseguente riduzione delle portate dei
fiumi, vi è la concreta possibilità che la portata ridotta del Boite non sia sufficiente a
soddisfare il “deflusso ecologico” richiesto dalla normativa e pertanto non sia in
grado di sostenere in esercizio l’impianto di refrigerazione. In inverno, inoltre, le
portate dei corsi d’acqua sono ridotte e quindi non sufficienti per alimentare ulteriori
esigenze oltre quelle già assentite. Un ulteriore problema consiste nel rilascio in
alveo di acqua che ha subito, in seguito alla sottrazione di calore dal circuito di
refrigerazione, un innalzamento di temperatura tale che non risponda più ai requisiti
richiesti.
Corridoi ecologici – L’interruzione dei corridoi ecologici, indotti dalla realizzazione
della pista, è resa evidente dalla recinzione di protezione che sarà necessario
realizzare per la sicurezza delle discese e per regolare l’affluenza degli spettatori. La
recinzione di una struttura così estesa non potrà che essere di ostacolo al libero
movimento dei selvatici, soprattutto in periodo invernale, allorché la neve sul
terreno rende ancor più difficoltoso il loro spostamento alla ricerca di cibo.
Inquinamento luminoso e acustico – Lo svolgersi in notturna delle manifestazioni,
reso ormai necessario per l’aumento delle temperature, richiede una illuminazione
della pista e nel contempo la diffusione sonora delle informazioni tramite sistema di
altoparlanti.
È evidente che gli effetti di questo notevole inquinamento luminoso e acustico (più
di cento giornate secondo le previsioni di utilizzo della pista), non possono che
preoccupare sia per il disturbo alla fauna selvatica, che alla popolazione ed al
turismo, vista la vicinanza di alcuni tratti di pista ad abitazioni e villaggi (viles) di
Cortina.
Il Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste dell’Alto Bellunese
Cortina, 12 agosto 2002

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