Rimappare a vista tutti i pascoli in quota e realizzare uno schedario prati permanenti e pascoli veneto: dalla mozione presentata lo scorso anno dalla consigliera regionale Silvia Cestaro al via la nuova classificazione che punta ad aiutare allevamento e pastorizia delle terre alte, a frenare lo spopolamento e a favorire la cura del territorio. Il primo passo sarà compiuto proprio nel Bellunese.
“L’obiettivo è quello di assicurare giusti contributi e di dare certezze a chi pratica allevamento e pastorizia in quota – spiega la consigliera -, il registro regionale sarà pronto tra il 2023 e il 2024, ma per Belluno si partirà già quest’anno”.
Per gestori di malghe e pascoli è una rivoluzione destinata a cambiare davvero il lavoro in quota e la distribuzione dei contributi per chi si prende cura dei prati. In sostanza, la mozione depositata dalla consigliera dell’intergruppo Lega – Liga Veneta serve a far riconoscere a proprietari e gestori dei pascoli in alta montagna la maggiore superficie di terreno pascolabile possibile e non individuabile dai voli Agea. Per farlo si procederà con una mappatura a vista, con sopralluoghi dei tecnici, e alla fine verrà stilato uno schedario che consentirà di determinare le superfici ammissibili ai contributi, così da “blindare” le zone identificate come pascolabili anche in vista delle future verifiche. La novità nella novità è che la sperimentazione partirà da Belluno: si prenderanno quelle aree che hanno riscontrato una mappatura dei pascoli non conforme alla realtà effettiva, i prati verranno ri-mappati in seguito a sopralluoghi, così da avviare subito il cambio di passo in provincia.
La realizzazione completa dello “schedario” prevede la raccolta dei dati territoriali e l’individuazione delle aree, con le loro caratteristiche storiche (evidenza dell’uso continuato e della possibilità di accesso, come nel caso delle malghe) ed agronomiche (tipo di essenze in funzione della appetibilità e quindi dell’uso nonostante evidenze di tara superiori al massimo) da una serie di banche dati che coinvolgono diversi attori e richiederà del tempo per il suo completamento. Tuttavia, è previsto di attivare per il 2022 una sperimentazione del metodo che interesserà il territorio della provincia di Belluno a partire dalle situazioni che hanno mostrato criticità nell’ultima campagna e da quelle che si potranno manifestare a seguito del refresh che Agea trasmetterà nelle prossime settimane. E’ un risultato reso possibile dalla mozione depositata da Cestaro e dall’iter che da lì ha preso il via.
“Sono previsti aiuti per i terreni messi a pascolo – spiega Cestaro -, la natura del contributo viene decisa dopo la valutazione da parte di Avepa dell’effettiva superficie. Il problema si pone per i nostri prati di montagna, più che per quelli di pianura, perché nella rilevazione aerea tutte le aree con cespugli, alberi e arbusti vengono considerate non pascolabili, per cui di fatto la zona oggetto del contributo si restringe ma noi sappiamo che in quota il pascolo si estende anche alle parti di verde con arbusti e altra vegetazione. La soluzione è creare un registro che fotografi una volta per tutte, con rilevamento a terra, la situazione; il lavoro è già partito e si conta di vederlo terminato per il 2023 – 2024. Nel Bellunese, invece, la sperimentazione inizierà subito e questa è una vittoria e una novità rilevante per i nostri agricoltori e allevatori”.