Belluno, 15 marzo 2022 – «Il villaggio olimpico dovrà essere sostenibile, innovativo e diffuso». È la proposta del coordinatore dei parlamentari veneti del Partito democratico, nonché relatore della legge olimpica, Roger De Menech.
«Quando nell’ottobre 2017, dopo il fallimento del referendum tirolese, abbiamo lanciato l’idea di Olimpiadi delle Dolomiti», spiega De Menech, «pensavamo a un evento altamente sostenibile, poco dispendioso in termini di risorse e in grado di valorizzare l’incanto di un territorio incontaminato e con spiccate valenze culturali. L’idea era di utilizzare le opere e le infrastrutture già in cantiere per i Mondiali di Sci del 2021 quindi con solo degli interventi mirati. Tra questi c’è sicuramente l’esigenza del villaggio olimpico. Farlo ex novo a Cortina potrebbe aprire una nuova ferita nella conca ampezzana e, terminata la manifestazione, esporsi al rischio della speculazione».
La proposta del deputato bellunese intende, al contrario, coinvolgere un’area più ampia ed estendere l’evento olimpico su tutto l’asse della Valle del borite e del Cadore.
«Dobbiamo pensare al patrimonio edilizio esistente in questi 25-30 chilometri», afferma De Menech. «Ci sono decine di edifici pubblici abbandonati, come le tante caserme dismesse e non utilizzate e centinaia di alloggi privati desolatamente vuoti senza che nessuno abbia le risorse o un reale interesse per sistemarli. Io credo che dovremo pensare a un modo di recuperare questo patrimonio, per le Olimpiadi, ma soprattuto per dopo. Sarebbe un lascito formidabile per contrastare il degrado dei centri storici e, dopo il 2026, costituirebbe la base per una rete di alloggi sociali a disposizione dei comuni per le persone in difficoltà, per le centinaia di persone che trovano lavoro nel Bellunese ma fanno sempre più fatica a trovare casa».
Dal punto di vista dei tempi, assicura il deputato, «non ci sarebbero problemi. Ma è una decisione che dovranno prendere gli organizzatori delle Olimpiadi e la Regione del Veneto».