Gli Agenti di Commercio, come tutta la filiera produttiva, rischiano la paralisi, fermi al palo con costi non più sostenibili per il caro carburanti e con provvigioni ferme al 2020-2021 che non tengono conto degli enormi aumenti delle spese per la professione.
Troppo pesante la pressione fiscale sul reddito (53,5%) e il costo indotto per esercitare la propria professione che gli Agenti di commercio devono sostenere per un’attività che movimenta il 70% del PIL nazionale.
Dopo due anni di Covid che li ha obbligati ad un’alternanza tra lavoro e pause forzate con ricavi ridotti all’osso, ora l’incertezza internazionale che grava sulla produzione ma anche sui costi diretti per chi fa mediamente 40-50.000 chilometri all’anno, non sono più accettabili per una professione che conta 235.000 operatori in Italia, con bilanci famigliari e disponibilità sempre più risicate.
“Siamo tra le categorie più colpite dalle conseguenze economiche della pandemia, con ristori promessi sulla carta ed arrivati con il contagocce e ora- rimarca Franco Roccon presidente di Usarci Belluno nonché segretario regionale di Usarci Veneto – con i rincari del 35% del costo dei carburanti, i ritardi nelle forniture per carenza delle materie prime e il pesante innalzamento del costo del trasporto, tutta la filiera, di cui l’Agente è un tassello importante, rischia la paralisi e un impoverimento di tutto il sistema produttivo. Non lo vedo un Agente visitare i clienti in bicicletta assistita o in motorino, come in India, per l’impossibilità di usare il mezzo principale per il suo lavoro dovuto agli elevati costi indotti! “
Chiediamo quindi al Governo, come categoria importante per l’economia del Paese, d’intervenire immediatamente per eliminare le odiate accise che gravano non poco sul costo carburanti, sulla produzione e sulla mobilità degli Agenti di Commercio.