Belluno 30 aprile 2021 – “L’accelerazione impressa dal Governo Draghi al Recovery Plan è stata positiva, ora però si coinvolgano per davvero imprese e territori. Solo così ci potrà essere un rilancio effettivo dell’economia e uno sviluppo equilibrato del Paese, senza lasciare nessuno indietro. In questa partita per il futuro, la montagna dovrà avere un suo peso specifico e la dignità che merita”.
A dirlo, nelle ore in cui il Pnrr arriva a Bruxelles, è Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti.
“Digitalizzazione, transizione ecologica, giovani e attenzione al divario tra generi sono tra le priorità individuate dall’Esecutivo – temi che non ci possono non vedere d’accordo – ma a fare la differenza saranno due fattori: tempo e semplificazione”, sottolinea Berton.
“Per attuare il piano entro il 2026, come previsto dagli accordi, sarà infatti necessario fare i salti mortali e per questo le regole del gioco dovranno essere necessariamente chiare, semplici, incisive e trasparenti”.
“Gli stessi territori dovranno essere coinvolti nella gestione pratica dei progetti e nella loro realizzazione. Questo significa che occorrerà valorizzare anche le risorse locali, imprese in primis. Mi auguro che presto ci vengano date indicazioni precise su dove e come le risorse saranno impiegate e da quali progetti si intende partire, in particolare per il nostro territorio montano. Su questo aspetto specifico, confido molto nella sensibilità dei ministri bellunesi”.
“Per Belluno e il Veneto il 2026 sarà il nostro anno x, perché non solo dovremo chiudere i progetti del Recovery Plan ma anche essere pronti per le Olimpiadi con una dotazione infrastrutturale – digitale e viaria – efficiente. È l’anno che può segnare la svolta per i prossimi decenni. Qui ci giochiamo buona parte del nostro futuro”.
La trasmissione del Recovery Plan a Bruxelles arriva alla vigilia della Festa del Lavoro. “Lavoro e impresa sono reduci da un anno difficilissimo, ma dobbiamo continuare a coltivare la fiducia, salvaguardare l’eccellenza delle nostre produzioni, formare e far crescere nuove competenze. Il nostro tessuto socio-imprenditoriale è sano e ha le risorse – umane e professionali – per cogliere nuove opportunità. Il manifatturiero bellunese ha tenuto e i segnali – soprattutto per l’export del secondo semestre – sono incoraggianti”.
“Questo primo maggio voglio però dedicarlo in particolare alle donne e ai giovani, che forse più di tutti hanno pagato le conseguenze del Covid-19, spesso in silenzio”, sottolinea Berton.
“Sulle donne è ricaduto il peso sociale e familiare della pandemia, mentre i nostri giovani hanno affrontato cambiamenti inimmaginabili con maturità. Sono la prova più evidente di una comunità che esiste e resiste, la base per un’impresa capace di creare lavoro e benessere”, sottolinea Berton, che rivolge un ultimo pensiero agli operatori socio-sanitari: “Hanno fatto la differenza, permettendo a tutti di affrontare questo periodo e adesso di ripartire. La nostra gratitudine nei loro confronti non sarà mai abbastanza”.