Legambiente: “è una prima grande vittoria l’inizio del procedimento giudiziario sul caso PFAS. La difesa delle falde e della salute dei cittadini è elemento imprescindibile per liberare l’Italia dai veleni”
Inquinamento pfas si va a processo, il Giudice per dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio tutti gli imputati per tutti i reati contestati confermando l’impianto accusatorio. Il processo coinvolgerà anche la Mitsubishi e il fondo finanziario ICIG quali responsabili civili a fianco degli imputati.
“Esprimiamo la nostra soddisfazione per questa prima grande vittoria riguardante l’inizio del procedimento giudiziario sul caso PFAS, che darà il via a uno dei più grandi processi per reati ambientali del nostro Paese. Un caso di inquinamento delle acque che Legambiente ha denunciato pubblicamente sin dal 2014 e per il quale l’associazione non smetterà di chiedere il disinquinamento delle falde e l’applicazione del principio chi inquina paga, in base a quanto previsto dalla legge 68/2015 sugli ecoreati. La difesa delle falde e della salute dei cittadini è un elemento imprescindibile per liberare l’Italia dai veleni, obiettivo che non può non stare al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza che il Governo sta presentando in Parlamento prima dell’invio a Bruxelles”, così commentano in una nota congiunta il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro e PierGiorgio Boscagin presidente del circolo di Legambiente “Perla Blu” di Cologna Veneta.
L’avvocato Fabio Pinelli del Foro di Padova, patrocinante della Regione del Veneto nel processo penale per la vicenda PFAS, comunica quanto segue:
“Si è celebrata lunedì 26 aprile l’ultima udienza preliminare relativa al procedimento a carico dei vertici di Miteni S.p.A. e delle società controllanti per la contaminazione delle acque da sostanze perfluoroalchiliche, nel quale la Regione Veneto è costituita parte civile. Sono imputati del procedimento i sigg. Hosoda Maki, Ito Kenji, Kimura Naoyuki, Suetsune Yuji, dirigenti di Mitsubishi Corporation, controllante di Miteni sino al 2009; i sigg. Schnitzer Patrick Hendrick, Riemann Achim Georg Hannes, vertici della società di diritto lussemburghese International Chemical Investors S.E., controllante di Miteni dal 2009 e i sigg. Smit Alexander Nicolaas, Mc Glynn Brian Antony, Guarracino Luigi, Fabris Mario, Drusian Davide, Cognolato Mauro, Mistrorigo Mario, Leitgeb Martin e Nardone Antonio Alfiero, dirigenti della società Miteni che, a vario titolo, si sono succeduti nel tempo.
A costoro sono addebitati, ciascuno in ragione il ruolo ricoperto, reati di estrema gravità, tra cui l’avvelenamento delle acque, il disastro doloso, oltre all’inquinamento ambientale e, per il fallimento di Miteni S.p.A., la bancarotta fraudolenta, legata principalmente a condotte relativa all’omesso accantonamento delle somme necessarie per procedere alla bonifica del sito.
Nella sostanza le imputazioni sono erette perché costoro hanno continuato imperterriti a svolgere quell’attività d’impresa che determinava lo sversamento nelle acque sotterranee e di falda delle sostanze perfluoroalchiliche, nonostante fossero a conoscenza della contaminazione in atto, senza porre in essere quelle misure di precauzione che il D.Lgs. 152/2006 impone e omettendo di avvisare gli enti pubblici competenti della situazione in essere, sino alla divulgazione avvenuta ad opera di uno studio del 2013.
Questa mattina, seconda udienza dedicata a ciò, si sono esaurite le discussioni delle difese degli imputati, che si sono concentrati su taluni elementi di carattere formale, lamentando la nullità della richiesta di rinvio a giudizio per violazioni relative alla mancata riapertura delle indagini a seguito di una precedente archiviazione per i medesimi fatti, alla omessa traduzione in lingua italiana di alcuni atti delle indagini preliminari (in particolare una parte di una consulenza tecnica disposta dal Pubblico Ministero), oltre alla incompetenza ‘funzionale’ del Tribunale di Vicenza. Nel merito, poi, le difese si sono concentrate sull’assenza di dati certi nel panorama scientifico circa gli effetti nocivi delle sostanze perfluoroalchiliche per l’uomo e, conseguentemente, sull’assenza della volontarietà dei fatti contestati nel presente procedimento.
A seguito di una camera di consiglio di circa 3 ore, il Giudice dell’Udienza Preliminare, dott. Roberto Venditti, ha emesso il decreto che dispone il giudizio per tutti gli imputati, con riferimento a tutte le imputazioni, individuando come prima udienza dibattimentale avanti alla Corte d’Assise di Vicenza l’1 luglio 2021, alle ore 9.30. Il G.U.P. ha, dunque, ritenuto che gli elementi raccolti dal Pubblico Ministero siano completi e meritevoli di definitivo accertamento giudiziario nella sede propria del dibattimento.
Per il solo adempimento formale della selezione degli atti per la formazione del fascicolo del dibattimento, è stata individuata un’udienza intermedia ed interlocutoria per il prossimo 6 maggio, alle ore 14.30.
Anche quella di oggi è, in qualche modo, una pronuncia epocale e di grande rilievo, perché si tratta del primo procedimento per il territorio veneto per reati ambientali di cui viene investita la Corte d’Assise, in ragione della gravità dei reati ipotizzati e della loro natura dolosa e non semplicemente colposa.
Come hanno indicato nella propria discussione anche i Pubblici Ministeri, questa imputazione è stata possibile anche grazie al notevole contributo, a livello di ricerca e di studio, della Regione Veneto, che ha supportato la cittadinanza e l’Autorità Giudiziaria sin dal primo giorno di emersione della contaminazione, fiduciosa che si possa giungere all’accertamento delle responsabilità per tale disastro. Anche per questo – per la centralità dell’interesse alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica nell’azione politica della Regione – quest’ultima si è costituita parte civile nei confronti di tutti gli imputati, chiedendo risarcimenti milionari in ragione delle somme spese per il ripristino delle aree, per il rafforzamento delle infrastrutture e per lo sviluppo e l’attuazione dei piani di sorveglianza sanitaria. In accoglimento delle richieste della Regione, poi, sono stati citati quali responsabili civili, per rispondere in solido con gli imputati del risarcimento del danno, anche Mitsubishi Corporation e International Chemical Investors S.E.
Appuntamento, dunque, al 1° luglio 2021 davanti alla Corte d’Assise di Vicenza per l’inizio del processo ‘PFAS’”.