“Ogni volta che sento dire la parola cultura, tolgo la sicura alla mia Browning”. La celebre frase del protagonista del dramma di Hanns Johst, poi attribuita a Hermann Göring, ma anche a Joseph Goebbels o a Heinrich Himmler, ben si adatterebbe oggi alla tanto proclamata semplificazione, in nome della quale si fa passare di tutto. E allora, si potrebbe dire “Quando sento la parola semplificazione, tolgo la sicura alla mia Browning”.
Ancora una volta, infatti, in nome della semplificazione, si rende la vita più complicata al cittadino. E’ di questi giorni infatti, la comunicazione dell’Automobile Club d’Italia di “un importante ed imminente cambiamento sulle modalità di accesso ai servizi online”.
A partire dal 1° marzo 2021, fa sapere l’Ente fondato per tutelare gli interessi dell’automobilismo, per accedere ai servizi pubblici online come ad esempio, pagare il bollo dell’auto o effettuare una prenotazione per una pratica in un Ufficio del Pubblico registro automobilistico, si dovrà utilizzare solo l’autenticazione tramite Spid, Sistema Pubblico di Identità Digitale, oppure tramite Cie, Carta d’Identità Elettronica.
Questo, “nell’ottica della semplificazione rivolta ai cittadini” come recita la nota diffusa da Aci. Quindi, fino a un paio di anni fa, prima della “semplificazione”, bastava andare allo sportello del Pubblico registro automobilistico, attendere il proprio turno senza alcuna prenotazione e poi si poteva procedere con il passaggio di proprietà dell’auto. Poi è arrivata una prima “semplificazione”. Per accedere agli sportelli del Pubblico registro, infatti, viene introdotta la prenotazione obbligatoria che si effettua entrando nel sito ufficiale dell’Aci. E già qui la “semplificazione” produce i suoi primi effetti collaterali. A decidere data e orario è un automatismo del sistema, e non è detto che a venditore e acquirente vada bene l’appuntamento fissato d’autorità. Ammesso anche che si riesca a fare la prenotazione, che già rappresenta un primo sbarramento rispetto al passato. Tant’è che il numero di pratiche lavorate negli uffici provinciali del Pubblico registro precipita a favore delle agenzie automobilistiche. Insomma, per gli automobilisti diventa difficile andare negli uffici Aci/Pra e compilarsi la pratica da privatisti senza quindi pagare 100/150 euro in più di diritti di agenzia. Sorvoliamo, per amor patrio, su programmi e software. Ma non è finita. L’ultima spallata agli irriducibili privatisti che vogliono farsi da soli il passaggio di proprietà, la dà l’autenticazione tramite Spid o Cie per poter prenotare. Come dire “Signori, come ve lo dobbiamo dire che dovete andare in agenzia”? Una politica peraltro già attuata dalla Motorizzazione Civile, che da tempo aveva “privatizzato” le revisioni a favore delle officine autorizzate e praticamente azzerato gli esami patenti dei privatisti con l’obbligo delle guide.
E’ la semplificazione bellezza, e tu non ci puoi fare niente… niente.
(rdn)