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Chiusura impianti, le reazioni. De Carlo: “Nuovo governo, vecchi vizi”. Bond: “Questo tira e molla è la morte della montagna”

Luca De Carlo, senatore

“Nuovo governo, vecchi vizi: a poche ore dall’apertura degli impianti sciistici in molte regioni, ecco che arriva la mazzata del nuovo governo con il vecchio ministro Speranza che sposta ancora la data della ripartenza. Sarebbe questa la discontinuità annunciata? Mi pare che sia rimasta quella pessima abitudine di cambiare idea all’ultimo minuto, mancando di rispetto a chi, nonostante sia ormai da tempo in ginocchio, ha investito in sicurezza ed è pronto e ansioso di ripartire. Doveva essere il governo del sostegno alle imprese, ma se si inizia così…”: il senatore e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, attacca duramente il nuovo rinvio della partenza della stagione sciistica 2021, spostata – per ora – al 5 marzo.
“Come già successo per tante altre categorie, anche qui gli operatori hanno investito cifre importanti, adeguato gli impianti, assunto personale, preso tutte le precauzioni richieste dalle normative e dalle linee guida approvate dal Comitato Tecnico-Scientifico appena una settimana fa”, sottolinea De Carlo. “Uno sforzo inutile, calpestato dal governo che ha deciso di spostare nuovamente la riapertura, decisione presa ancora una volta quando ormai era tutto pronto. E ancora una volta di ristori non si parla: chi vuole lavorare investe per poi venire beffato dai dietrofront governativi, mentre i componenti del precedente governo erano troppo impegnati a cercarsi una poltrona nel nuovo esecutivo per pensare a come sostenere una fetta così importante del settore turistico nazionale”.
“Il settore dello sci è già stato messo in ginocchio dalla chiusura e dai continui tira e molla sulla riapertura; la decisione di questa sera è la mazzata finale”, conclude De Carlo. “Se il buongiorno si vede dal mattino, direi che non c’è proprio nulla per cui stare allegri”.

«Il dietrofront del Cts sugli impianti di risalita è incomprensibile. O i dati erano sbagliati qualche giorno fa, quando è arrivato l’ok all’apertura per il 15 febbraio, oppure è sbagliata la nuova chiusura prolungata. In questo tira e molla però la montagna muore». È quanto afferma il deputato di Forza Italia Dario Bond, alla notizia dello slittamento dopo il 5 marzo per l’apertura degli impianti di risalita. «Alberghi e località turistiche aspettavano la giornata del 15 febbraio come una data simbolo per salvare il salvabile di una stagione ormai compromessa e defunta. Ora cosa accadrà? Chi era pronto per partire domani avrà i ristori? Quel che è vergognoso è ancora una volta la differenza di trattamenti a sfavore della montagna. Oggi a Roma, domenica da zona gialla, era pieno di gente, con file nei bar e nei negozi. O le varianti del virus esistono ovunque oppure c’è una disparità inaudita: in montagna, all’aria aperta e con tutti i protocolli di sicurezza previsti dagli impiantisti non si arriverà mai agli assembramenti visti oggi nella capitale».

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