Oltre 600 interventi della Polizia Provinciale, monitoraggi continui della fauna selvatica e attività d’indagine per prevenire e reprimere gli illeciti legati all’attività venatoria
Presentato il resoconto 2020 del settore faunistico e del lavoro degli agenti
De Bon: «Nonostante numeri di organico sempre in sofferenza, riusciamo a garantire una presenza efficace sul territorio»
La Provincia di Belluno ha presentato questa mattina, in conferenza stampa, le attività svolte nel corso dell’anno dalla Polizia Provinciale, dal settore faunistico e dal servizio acque, materie affidate al consigliere delegato Franco De Bon. «In particolare – ha sottolineato il consigliere – le funzioni relative a caccia e pesca sono svolte dalla Provincia sulla base della legge regionale del 2018, confermata da una convenzione stipulata con la Regione che ci ha garantito la specificità provinciale nell’ultimo anno. In virtù di questa specificità, e grazie alle sinergie create con il mondo venatorio e con il mondo agricolo, nonostante numeri di organico sempre in sofferenza, siamo riusciti a garantire una presenza efficace sul territorio. Penso in particolare alla Polizia Provinciale, che in pochi anni è passata da 42 a 19 unità. La qualità dell’operato della Provincia, in ogni caso, è stata valutata anche dal punto vista giudiziario, visto che il calendario venatorio è stato oggetto di due impugnative, nei mesi scorsi, da parte di associazioni animaliste. In entrambi i casi, è stata dimostrata la bontà dei provvedimenti provinciali».
Attività della Polizia provinciale
Le attività degli agenti di Palazzo Piloni spaziano dal soccorso al recupero della fauna selvatica, fino alla rimozione delle carcasse degli animali; a queste attività tecnico-pratiche, si associa il lavoro propriamente di polizia giudiziaria, vale a dire di repressione e indagine relativo agli illeciti in materia di caccia (antibracconaggio). Inoltre, l’ufficio di Polizia Provinciale coordina tutte le attività legate agli accertamenti per danni subiti dagli allevatori a opera dei grandi carnivori come lupo ed orso, e partecipa attivamente, unitamente al personale tecnico dell’ufficio faunistico, alla fondamentale attività di monitoraggio di queste specie.
Di seguito alcuni dati sull’attività effettuata al 20 dicembre 2020:
– 135 interventi per sinistri stradali con fauna selvatica
– 438 interventi di recupero di fauna selvatica morta/in difficoltà
– 103 sopralluoghi di accertamento presso allevamenti colpiti da attacchi da grandi carnivori
– 11 interventi della squadra cinofila antiveleno (l’unica operativa nell’area delle Alpi orientali)
– oltre 500 persone controllate in luoghi isolati, in ambito montano e rurale
L’attività di polizia amministrativa e giudiziaria ha portato a elevare 39 verbali amministrativi, e al deferimento di 11 persone all’Autorità giudiziaria (nel 75% dei casi per violazioni delle norme sulla caccia: uccisioni o catture di animali protetti, con mezzi vietati, o mancato rispetto delle distanze di sicurezza da strade o abitazioni); nell’ambito di queste operazioni, sono stati sequestrati 13 mezzi di caccia vietati, 17 esemplari catturati illecitamente, di cui 12 restituiti all’ambiente naturale. «Questi numeri sono in calo rispetto agli anni precedenti: se in parte ciò è attribuibile alle restrizioni alla mobilità imposte per lunghi periodi dalle norme anti-Covid, il dato va purtroppo ricondotto nuovamente alla ridotta presenza sul territorio delle guardie, dovuta al progressivo indebolimento dell’organico – rileva il consigliere De Bon -. Che il fenomeno del bracconaggio sia tutt’altro che diminuito, lo dimostrano in particolare tre operazioni di rilievo portate a termine dalla Polizia Provinciale a seguito di lunga attività d’indagine: nel primo caso una persona senza licenza di caccia era stata denunciata, lo scorso febbraio, in un Comune della Valbelluna, per aver catturato e detenuto numerosi uccelli selvatici appartenenti a specie particolarmente protette. In marzo, in un Comune della conca alpagota, un 45enne, senza licenza di caccia, che si appostava su un albero nottetempo, è stato denunciato per aver esercitato la caccia con mezzi vietati e in periodo di divieto generale. Più recentemente, la sera del 5 novembre un cacciatore lamonese 63enne è stato colto in flagranza di reato mentre trasportava a valle un camoscio da poco abbattuto, in una Riserva dove la caccia al camoscio non viene mai concessa dalla Provincia».
Settore faunistico
I tecnici provinciali hanno completato anche nel 2020 la stima delle popolazioni di ungulati presenti sul territorio. Quest’anno, per le condizioni create dalla pandemia e per il lockdown di primavera, le uscite sono state ridotte; ciononostante, secondo i parametri Ispra, è stato possibile stimare una presenza di 34.450 ungulati (cinghiali esclusi). In particolare, 13.600 caprioli, 11.170 cervi, 7.150 camosci, 2.430 mufloni e circa 100 daini.
Per quanto riguarda il monitoraggio dei galliformi alpini, si contano questi numeri minimi certi di individui (contattati nei censimenti estivi): 882 galli forcelli, 95 pernici bianche e 67 coturnici; la popolazione totale è sicuramente più numerosa rispetto ai singoli esemplari individuati nelle uscite di censimento dei tecnici.
Inoltre, a partire da ottobre 2020 e fino a marzo 2021 si sta svolgendo il monitoraggio della popolazione di lupo, coordinato dalla Regione Veneto. A oggi si ipotizza la presenza di 7-8 branchi (Grappa, Cesen, Visentin, Alpago-Cansiglio, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Bosconero, Pelmo, Livinallongo).
Altre presenze faunistiche particolari sono state segnalate o fototrappolate anche di recente. In particolare, una presenza stabile del gatto selvatico sulla dorsale del Visentin e un gruppo familiare di sciacallo dorato in Comelico. Inoltre, in Nevegal a fine novembre è stata rilevata la presenza del Burunduk, una specie esotica di scoiattolo (probabilmente scappato dalla cattività negli anni Settanta e cresciuto fino a costruire una colonia).
Nel 2020, l’ufficio faunistico, sulla base degli specifici sopralluoghi svolti in collaborazione con gli agenti della Polizia Provinciale, ha curato l’istruttoria tecnico-amministrativa e quantificato i danni da fauna selvatica (esclusi i grandi carnivori) relativi a 126 richieste, per un totale stimato pari a 292.000 euro. Oltre a queste, si aggiungono 16 richieste di contributo per opere di prevenzione, per una spesa complessiva pari a 47.569 euro. Sia il risarcimento danni, sia il contributo per le opere per la prevenzione vengono poi erogati da Avepa. Le richieste di indennizzo danni da grandi predatori (lupo) nel 2020 sono state 104 (dato aggiornato al 22 dicembre 2020).