La segreteria di sezione della Lega – ‘Città di Belluno’ e del gruppo consigliare ‘Lega’ in Consiglio Comunale a Belluno a firma di Paolo Luciani e Luciano Da Pian, intervengono congiuntamente in relazione alla mozione sulla sanità bellunese presentata all’ultimo consiglio comunale del capoluogo tenutosi la settimana scorsa.
La mozione, sostenuta e votata dalla maggioranza di cui avevamo dato anticipazione, lamenta la perdurante e crescente difficoltà a ricoprire l’organico medico di tutto l’ospedale di Belluno e degli ospedali nodi di rete di Agordo e Pieve di Cadore.
I rappresentanti della Lega bellunese replicano:
“Dov’è la novità? Il tema è ben noto negli effetti e nelle cause, tant’è che il problema è stato più volte sollevato sin dal 2016 (carenza di ginecologi a Pieve) e la Regione Veneto ha infatti inserito possibili rimedi sia nella piattaforma di negoziato per l’autonomia regionale sia nella proposta di patto della salute condiviso dalla Conferenza delle regioni.
Allora chiediamo al Sindaco di farsi portavoce presso il governo affinché:
– aumenti il numero di specialisti attraverso l’incremento del numero di accessi alle Scuole di specialità, drammaticamente ridotto dai Governi degli ultimi 8 anni e solo a seguito dell’emergenza Covid 19 incrementato quest’anno;
– autorizzi una contrattazione regionale nella sanità e un riconoscimento economico per i medici che venissero a lavorare in territori disagiati, la montagna in primo luogo.
Ma poi perché non ricordare che l’Ulss Dolomiti ha esperito tutti gli strumenti disponibili per assumere personale medico di molte specialità, reiterando più e più volte bandi ed avvisi di ricerca, con esiti molto spesso insoddisfacenti? Questa carenza riguarda oramai diverse specialità, che via via sono andate aumentando: pediatria, ginecologia, medici dell’urgenza-emergenza in primo luogo, per poi allargare le difficoltà a oculistica, dermatologia, neurologia. Perché non prendere atto che l’Ulss Dolomiti ha fatto fronte sinora a questa situazione di crescente difficoltà attivando tutti gli strumenti che l’ordinamento prevede per garantire la continuità del servizio, compresi il convenzionamento con altre Aziende sanitarie anche di altre regioni e rapporti di collaborazione con medici libero professionisti?
Nel merito poi di alcune doglianze riteniamo doveroso ricordare:
– che l’attivazione della UOC di chirurgia vascolare è stata avviata con la delibera di indizione della procedura di selezione del Direttore il 24 settembre scorso;
– che sono state richieste le autorizzazioni ad assumere la conseguente équipe di chirurghi vascolari;
– che la convenzione per la gestione della Neurochirurgia con l’Ulss 2 Marca Trevigiana è attiva e la possibilità di estendere il range del servizio dipende dalla disponibilità di neurochirurghi nella UOC trevigiana. Quando il loro organico sarà potenziato rispetto alla situazione attuale sarà possibile incrementare l’offerta presso l’Hub bellunese comprendendo anche la neurochirurgia di urgenza e non solo il programmato;
– che la lamentata “riduzione di eccellenze e fughe di professionisti” dipende da una dinamica normale ed è accentuata dalla ripresa delle assunzioni da parte delle regioni fino a poco tempo orsono in commissariamento ovvero da scelte riconducibili a motivazioni personali e pensionamenti;
– che i casi lamentati quali la partenza di un valido oculista specializzato in interventi di patologia pediatrica sono già stati chiaramente motivati dall’interessato e non hanno a che fare con i motivi prospettati ed analoghe motivazioni personali sono alla base della scelta del primario di cardiologia;
– che la ventilata “strategia aziendale” incapace di vedere e valorizzare le competenze presenti in azienda non ha certo fondamento se non nella visione personale e del tutto soggettiva di alcuni operatori.
In conclusione – sostengono Paolo Luciani – Segretario Sez. Lega ‘Città di Belluno’ e Luciano Da Pian – Capogruppo Lega Consiglio Comunale Belluno – riteniamo che sarebbe veramente più proficuo che il Sindaco, nel suo ruolo di presidente della conferenza dei sindaci, si adoperasse affinché le energie politiche dell’area montana si focalizzassero sempre più per creare situazioni ambientali locali favorevoli per la permanenza di medici e personale sanitario, come stanno facendo realtà alpine limitrofe (abitazioni, facilitazioni di vario tipo, ecc.) nonché per richiedere con forza il recepimento di quelle misure strutturali sopra citate che consentirebbero davvero di risolvere il problema (indennità aree disagiate, contrattazione regionale, ecc.).
Su questi temi la Lega c’è nella convinzione che la nostra sanità comunque è d’eccellenza e che solo con una sempre più stretta collaborazione con la Regione Veneto, e non nel perseguire sterili polemiche, si potranno trovare quelle risposte utili ad essere sempre più vicini ai bisogni della nostra comunità.