Sono passati più di sei mesi da quando è iniziata l’emergenza del Coronavirus in Italia e, inutile nasconderlo, il mondo è cambiato. Solitamente, con la fine della pausa estiva delle attività produttive, si iniziano a tirare le somme dell’anno in corso e si comincia a ragionare su come programmare le attività produttive dei prossimi mesi. Purtroppo ad oggi ci sono poche certezze e tanti dubbi su come affrontare il futuro. Ma come Cisl pensiamo, seppur nelle emergenze, che occorrano coraggio, fermezza nelle decisioni e uno spirito ottimistico che sappia cogliere le opportunità, che se cercate, ci sono, a patto di partire dal mettere al centro la persona per costruire una società fondata, come da nostra cultura e tradizione, sulla comunità di cittadini.
In questo contesto di forti turbolenze economiche, variabili sanitarie legate al virus e gli effetti che questi elementi producono nella vita sociale e lavorativa di ognuno di noi e delle nostre famiglie, è necessario che ognuno faccia la sua parte. A partire dalla politica, dalle associazioni di rappresentanza e da tutti quelli che in questa società ricoprono un ruolo.
Di fronte a una società che si espone a una politica fatta di aiuti a pioggia e a una infinità di bonus, si rischia di perdere il treno delle risorse che a vario titolo vengono ora messe a disposizione dell’Europa. Senza entrare nel merito della tipologia di risorse disponibili, va evidenziato come serva più che mai una seria programmazione attraverso una visione di Paese: che lavorazioni tenere, quale politica industriale, quale modello scolastico, quale organizzazione socio-sanitaria? Sono alcune delle domande a cui il Governo non riesce a dare una risposta concreta e strutturata.
La Cisl sostiene convintamente che per far ripartire il Paese siano necessari investimenti nelle infrastrutture, nella digitalizzazione, nello sblocco dei cantieri e nel settore sanitario.
Il Decreto Agosto prevede un pacchetto complessivo, dove si sostiene il lavoro e le imprese, creando così le condizioni per non chiudere le aziende e per evitare di licenziare i lavoratori. La Cisl lo dice con vigore a Confindustria: i lavoratori sono un patrimonio delle aziende e occorre sfruttare questo tempo di ammortizzatori per proporre formazione continua e creare le condizioni per la ripartenza. Ecco perché è importante prorogare gli ammortizzatori sociali, così come proseguire con il blocco dei licenziamenti e gli interventi a favore delle imprese. Ma questo periodo di minor lavoro, legato al forte rallentamento dell’export, non può essere buttato invano.
Parlavamo di cogliere le opportunità. Ebbene, come la storia ci insegna, proprio nel momento di difficoltà, l’arretramento può servire a recuperare energie, idee e prepararsi per il dopo. Questi mesi possono essere utilizzati per pianificare e cogliere le occasioni, come la rivoluzione della transizione energetica alle fonti rinnovabilie l’introduzione delle nuove tecnologie.
A livello locale, le imprese possono trovare grandi opportunità nella cura del territorio, in alcune forme di economia circolare e, per quanto riguarda il manifatturiero, alcune aziende del settore moda, chimico e metalmeccanico hanno la possibilità di rilanciare il made in Italy attraverso i concetti di bellezza, qualità e ingegnosità dei prodotti. Si può immaginare un nuovo tipo di turismo, con un territorio che offre un ambiente favorevole, dove l’accoglienza diffusa può diventare un’importante entrata economica per le famiglie e valorizzare così le vallate. A patto che vi sia vera sostenibilità che presuppone prima di tutto una profonda conoscenza della montagna, dei suoi limiti e dei suoi delicati equilibri.
Va evitato che il territorio diventi solo un grande parco giochi: la provincia di Belluno ha bisogno di un turismo onesto e sostenibile, che permetta alla gente di montagna di continuare a vivere con dignità. Ma è indubbio che i grandi eventi sportivi, insieme al rilancio di laghi e montagne e alle piccole iniziative culturali e sportive, possano essere per Belluno un’alternativa di sviluppo economico e sociale favorendoil rallentamentodello spopolamento e dell’abbandono della montagna, che per la Cisl, sono temi cruciali. Ecco perché sosteniamo che servono investimenti infrastrutturali (banda larga e superamento dei vincoli stradali con una strada scorrimento veloce) e servizi alla cittadinanza, soprattutto nelle zone alte della montagna. Per questo la Cisl sta lavorando per rilanciare con forza “Welfare Dolomiti”, il fondo territoriale che vuole contrastare lo spopolamento con progetti pensati per i giovani. Il territorio bellunese deve lavorare tanto per essere anche attrattivo per i giovani, attraverso percorsi di laurea creati ad hoc, e per medici, insegnanti e professioni altamente qualificate, prevedendo abitazioni con prezzi calmierati e stipendi adeguati.
Tre gli elementi cruciali per raggiungere questi obiettivi: il gioco di squadra, che a livello territoriale fatica ancora a concretizzarsi; la contrattazione, che va rimessa al centro, perché solo con una forte cooperazione tra datori di lavoro e lavoratori si potrà uscire dalla crisi; politiche attive per il lavoro e formazione.
Serve un impegno maggiore per capire di quali competenze necessitano le aziende nei prossimi anni. La transizione economica verso il digitale e l’economia verde modificherà radicalmente le mansioni di lavoro, per le quali servirà molta formazione costante nel tempo. Le aziende possono già ora utilizzare le risorse dei fondi interprofessionali, a partire da Fondimpresa.
Con queste priorità, sarà possibile rendere le imprese più produttive e competitive nello scenario internazionale e creare per il territorio anche delle alternative all’industria. “Riprogettiamo il nostro territorio in maniera intelligente” è anche un invito che la Cisl rivolge a tutti i candidati alle prossime lezioni regionali e comunali.
Rudy Roffarè – Segretario generale aggiunto Cisl Belluno Treviso