La proposta di legge regionale intitolata “Prime disposizioni in materia di grandi derivazioni ad uso idroelettrico” da oggi è legge. Dopo l’approvazione in sede redigente da parte della Commissione consiliare competente, avvenuta nelle scorse settimane, oggi il Consiglio Regionale ha votato a maggioranza (30 a favore, 12 astenuti e 2 contrari) il testo definitivo della normativa.
I titolari di grandi derivazioni idroelettriche avranno ora l’obbligo di fornire ogni anno a titolo gratuito alla Regione Veneto 220 kilowattora di energia elettrica per ogni kw di potenza nominale media di concessione. Diversi milioni di euro, quindi, che anziché andare direttamente alle province interessate, saranno gestiti dalla Regione che poi deciderà per la successiva ripartizione ai territori. Un provvedimento che accentra alla Regione la gestione finanziaria, in spregio alle autonomie locali, e che confinerà in subordine ancora una volta la provincia di Belluno, attraversata dalle due grandi derivazioni idroelettriche del Piave e del Cordevole e dunque geograficamente titolare del tributo.
La legge prevede la fornitura di energia, ma anche, su eventuale indicazione della giunta regionale, la possibilità di monetizzare il valore equivalente di tale energia.
Nell’individuazione delle tipologie di servizi pubblici – fa sapere la Regione – sarà data priorità ai servizi sanitari, assistenziali, scolastici, ambientali, di protezione civile, ma anche al trasporto pubblico locale, allo sport e ad attività ricreative.
Inoltre, in relazione alla specificità di ciascun territorio provinciale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto, l’individuazione delle tipologie di servizi pubblici e le categorie di utenti da finanziare con l’energia gratuita sarà decisa insieme alle province in relazione alla percentuale di energia attribuita al rispettivo territorio.